Elenco alfabetico delle famiglie patrizie veneziane (240), esistenti all’inizio del Settecento

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Giovanni Comin. Busto di Francesco Morosini il Peloponessiaco. Museo Correr

Elenco alfabetico delle famiglie patrizie veneziane (240), esistenti all’inizio del Settecento

Acquisti. Vennero dalla Val Trompia nel Bresciano, fattesi ricchi con polveri e bombe, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1686, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Albrizzi. Vennero da Bergamo e da Como, accumulate ricchezze con il commercio di mercanzie, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1667, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Altieri. Emilio cardinale Altieri venne eletto al soglio pontificio con il nome di Clemente X, nel 1670, in grazia di questo elezione, la Repubblica ascrisse la sua famiglia alla nobiltà veneta.

Angarani o Angaran. Vennero da Vicenza, erano molto doviziosi, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1667, per la guerra di Candia, con l’esborso di centoquarantamila ducati.

Antelmi. Vennero da Cremona, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Arnaldi. Vennero da Vicenza, aggregati al Maggior Consiglio nel 1686, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Avogadrio Avogaro. Vennero da Brescia, sier Pietro fu ascritto nel Maggior Consiglio per aver consentito la presa di Brescia da parte dei Veneziani, il quale fu creato gentiluomo nel 1488.

Badoer o Badoeri già Partecipazio. Vennero da Praga in Boemia, passarono per Padova, erano fortissimi, sapientissimi, benevoli e doviziosi, tenevano memorie cospicue in diverse chiese. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che elessero il primo doge, annovera questa progenie ben otto dogi (Partecipazio).

Baffo. Vennero da Parma, passarono per Mestre, erano molto collerici, subitanei e momentanei, ma presto si pacificarono, fecero edificare la chiesa di San Secondo e quella della Maddalena.

Balbi. Vennero da Aquileia e da Ravenna, erano molto industriosi nella mercanzia, amichevoli con ognuno, molto cattolici, edificarono la chiesa di San Giuliano. La famiglia Balbi che venne da Aquileia aveva nel suo stemma “una dolce nera rampante con lingua e artigli rossi in campo d’oro” la famiglia proveniente da Ravenna aveva per suo stemma “una fascia mezza d’oro e mezza azzurra in campo vermiglio” 

Barbaran. Vennero da Vicenza, e nelle urgenze della guerra di Candia furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1665, con l’esborso di centomila ducati.

Barbarigo. Vennero dal Monte della Brazza vicino a Trieste, erano di buon intelletto, ben voluti da tutti, sier Arrigo sconfitti i Saraceni delle loro barbe si fece una collana, da cui Barba Arrigo, fecero edificare le chiese di Santa Maria Zobenigo e di San Trovaso. Era una delle quindici case nuove ducali, che diedero almeno un doge alla Repubblica.

Barbaro. Vennero da Trieste, erano di buona qualità, devotissimi, giusti, et amatori della loro patria, sier Marco ferito in testa, durante la guerra di Napoli di Romania, se la fascio con un drappo bianco, che pieno di sangue lo pose poi in una lancia come bandiera.

Barberini. Maffeo Vincenzo cardinale Barberini che assunto al soglio pontificio si chiamò Urbano VIII, in grazie del quale la famiglia venne aggregata al Maggior Consiglio, nel 1652.

Barbo già detti Barbolani. Vennero da Parma e furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1214, erano savi, buoni compagni, ed esperti nell’arte marittima.

Barozzi. Vennero dall’Istria, furono gran mercanti e di buona coscienza. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che elessero il primo doge.

Basadonna già detti d’Amare. Vennero da Burano da mare, erano di buona volontà, dediti a piaceri e a sollazzi.

Basegio. Vennero da Trieste e di diffusero a Capo d’Istria, passarono da Malamocco vecchio, erano saggi di poche parole, fecero edificare la chiesa di Santa Maria delle Vergini, la chiesa di San Basilio e quella di San Maurizio, con grandi somme di denaro.

Battagia o Battaglia o Battaia. Vennero da Cotignola, furono ascritti al Maggior Consiglio perché sier Pietro Antonio diede nelle mani della Repubblica, nel 1500, la fortezza di Cremona della quale lui era castellano per il duca di Milano.

Duchi di Baviera. Incerto è il tempo di questa aggregazione.

Belegno già detti Salvo. Vennero da Bergamo, erano di buona e pacifica natura, pieni di ogni bontà, di grande animo e molo cattolici, edificarono la chiesa di San Bartolomeo, facevano parte di quelle ventiquattro famiglie che formavano il corpo della nobiltà patrizia.

Belloni. Vennero dalla Romania (provincia della Morea), erano molto industriosi nel fare edifici, la loro famiglia si estinse nel 1393.

Bellotti. Vennero dal bresciano, erano mercanti di curami, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1685, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Bembo furono per la loro somma bontà chiamati Ben Bon. Vennero da Bologna, erano di buona qualità, leali verso la patria e coraggiosi, concorsero al restauro della chiesa di Santa Lucia. Fu una delle quattro famiglie cosiddette “evangeliche”.

Bentivoglio. Erano signori di Bologna, sier Giovanni con i suoi discendenti furono accettati nel Maggior Consiglio nel 1485.

Benzoni. Vennero da Bergamo, erano mercanti di panni di seta, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1685, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Beregan o Berengani. Vennero da Thiene, erano mercanti di seta, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1649, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Bergonzi o Bergonci. Vennero da Bergamo, erano dediti alla mercanzia dei panni di seta, tenevano bottega in Marzaria all’insegna della Rosa d’Oro, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1665, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Berlendis o Berlendi. Vennero da Bergamo, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1662, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Bernardo. Di immemorabile antichità, erano duri di volontà, molto propizi al bene della patria e molto cattolici, fecero edificare la chiesa di San Polo.

Bettoni. Vennero da Bergamo, erano mercanti di droghe, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1685, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Boldù. Vennero da Conegliano, erano discreti, sapienti e molto cattolici, fecero edificare la chiesa di San Samuele e poi restaurare quella di San Giacomo.

Bolani. Vennero da Bola (odierna Labico) nel Lazio, furono ingegnosi, leggeri di senno, esperti nel fare molini, esclusi dal Maggior Consiglio con la serrata del 1297, vennero riammessi nel 1381 per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi.

Bon. Vennero da Bologna, erano piacenti e con tutti contraevano amicizia.

Boncompagni. Ugo cardinale Boncompagni venne eletto al soglio pontificio con il nome di Gregorio XIII, nel 1572, in grazia di questa elezione, la Repubblica ascrisse la sua famiglia alla nobiltà veneta.

Bondumieri. Vennero da Tolemaide o Acri in Siria, erano molto sottili di ingegno e utili alla patria.

Bonfadin o Banfadini. Vennero dal Cadore, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1648, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Bonlini. Vennero da Brescia, commercianti di droghe e raffinatori di zuccheri, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1664, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Bonvicini. Vennero da Brescia, erano mercanti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1663, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Borboni. Enrico IV di Borbone re di Francia e di Navarra, nel 1595, venne ascritto al patriziato veneto, e il monarca in contrassegno di stima regalò alla Repubblica la sua armatura.

Borghesi. Camillo Borghese venne eletto al soglio pontificio con il nome di Paolo V, nel 1552, in grazia di questa elezione, la Repubblica ascrisse la sua famiglia alla nobiltà veneta.

Bragadin Vennero da Veglia isola della Dalmazia, erano molto savi, valorosi che non rifiutarono mai il bene comune, molto belli di corpo ed elemosinieri, fecero edificare la chiesa di San Daniele. Fu una delle quattro famiglie cosiddette “evangeliche”.

Brandolin. Furono signori di Alessandria, di Novara e di Tortona, poi infeudati nella contea di Valmarino, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1626, con l’ esborso di centomila ducati.

Bressa. Vennero da Brescia, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1650, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Brunsuich. Giovanni Federico duca di Brunswick venne aggregato al patriziato veneto nel 1667 per il suo impegno a sostegno della guerra di Candia.

Calbo. Di origine remota, erano di molte virtù, molto forti in battaglia, di grande animo, cattolici e di buona coscienza.

Calergi. Vennero da Candia, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1381, la loro famiglia si estinse nel 1407.

Canal. Un ramo venne da Malamocco o da Ravenna un altro da Altino, erano savi discreti, molto amati da tutti, e con tutti tenevano amicizia, esperti e valorosi nelle cose di mare.

Caotorta. Vennero da Eraclea e furono tra i primi che abitassero l’isola di Castello, erano molto buoni e di buonissima coscienza,

Capello o Cappello. Di origine molto antica, vennero da Capua, erano potenti, animosi, superbi, guerrieri, liberali, amanti della patria, molto devoti, ingegnosi in ogni edificio, molto protervi di volontà, ma che però erano molto amati, fecero edificare la chiesa di Santa Maria Mater Domini e altre chiese.

Carminati. Vennero da Bergamo, erano mercanti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1687, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Cassetti. Vennero da Brescia, erano mercanti di panni di seta, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1662, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Catti. Vennero dalla Germania, erano mercanti di panni di lana, avevano bottega sotto i portici di Rialto, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Cavalli. Giacomo dei Cavalli, difese con fede e valore la città di Chioggia contro i Genovesi, nel 1381, per questo la Repubblica ascrisse la sua famiglia alla nobiltà veneziana.

Cellini o Celini. Vennero da Bergamo, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1685, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Celsi. Vennero da Ravenna, erano nobili, cortesi e amichevoli con ciascuno, fecero edificare la chiese di Santa Trinità e della Celestia.

Cicogna. Erano aromatari, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1381.

Civran. Vennero da Cervia, erano valenti, pronti all’ira ma facili a rassenerarsi.

Cocco. Vennero da Durazzo, erano di poche parola, savi e discreti, a tutti davano buoni consigli, e con tutti contraevano amicizia.

Collalto o Colalto. Rambaldo VIII di Collalto per i suoi meriti nella guerra al re di Ungheria, la Repubblica ascrisse, nel 1306, la sua famiglia alla nobiltà veneziana.

Colonna. Ottone cardinale Colonna venne eletto al soglio pontificio con il nome di Martino V, nel 1409, in grazia di questa elezione, la Repubblica ascrisse la sua famiglia alla nobiltà veneta.

Condulmer. Vennero da Pavia, erano di ottima condizione, esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, un ramo di loro venne riammesso nel 1381 per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi, un altro ramo fu aggregato al Maggior Consiglio nel 1653, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Contarini. Vennero da Concordia o dall’Ungheria o uscirono dai Conti del Reno, erano nobili, saggi, prudenti, ricchi e industriosi. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che elessero il primo doge, annovera questa progenie ben otto dogi.

Contenti. Vennero dalla Mestrina, erano di buona condizione, molto amatori della loro patria, ma poco delle persone, erano lavoratori di panni di seta e oro, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1686, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati., la loro famiglia si estinse nel 1372.

Conti. Antonio Conti Signore di Valmontone condottiero delle armate Veneziane, avendo utilmente servito la Repubblica contro i Visconti di Milano, meritò di essere ascritto al Maggior Consiglio nel 1411.

Coppo. Vennero da Concordia, erano savi e discreti, molto amatori della patria, con tutti tenevano amicizia ed erano di grande ragione.

Corner o Cornaro. Sono antiche le loro origini, si fanno risalire alla gente Cornelia, erano molto umani, fecero edificare le chiese dei Santi Apostoli e di San Mattio a Murano. Fu una delle quattro famiglie cosiddette “evangeliche”, annovera questa progenie ben quattro dogi.

Coregio o Correggio. Vennero da Bergamo, erano marcanti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Correr. Vennero da Torcello, ma discendevano dalla gente Correlia, erano di buona coscienza, molto cattolici, che poco s’intromettevano nei fatti altrui. Annovera questa progenie il papa Gregorio XII.

Crotta. Vennero da Milano, acquistata una miniera di rame ad Agordo accumularono ricchezze, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1649, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Curti. Vennero dal milanese, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1688, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Dandolo. Vennero da Padova, erano discreti, buoni parlatori in Consiglio, belli e sapienti. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che edificarono Venezia, annovera questa progenie quattro dogi.

Diedo. Vennero da Altino, erano grandi, molto piacenti, e di buona qualità, restaurarono la chiesa di Sant’Agostino.

Dolce. Vennero dalla Lombardia, erano illustri così nell’armi così nelle lettere, esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, rientrarono nel 1657, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Dolfin o Delfino. Derivarono dalla famiglia Grandenigo, vennero da Aquileia o Grado, erano di perfetta bellezza e simmetria, e per la loro singolare perizia nel nuotare si acquistò il nome, facevano parte di quelle ventiquattro famiglie che formavano il corpo della nobiltà patrizia.

Donato o Donà. Vennero dalle vicine contrade o da Mantova, erano umili, di buone condizioni, leali con tutti e pieni di ogni bontà, edificarono la chiesa di Santa Fosca e restaurarono quella di Santa Giustina, esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, rientrarono nel 1311. Era una delle quindici case nuove ducali, che diedero almeno un doge alla Repubblica.

Dondi dell’Orologio. Vennero da Padova, erano illustri e di copiose ricchezza, periti nelle matematiche discipline, fabbricarono il famoso orologio in Piazza della Signoria a Padova, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1653, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Donini. Furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1667, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Duodo. Vennero dalla Morea, erano sapienti, molto amati da tutti, cattolici, elemosinari e amatori della loro patria, restaurarono la chiesa degli Ognissanti.

Emo. Vennero da Vicenza, erano molto industriosi, gagliardi in fatti d’armi, letterati e gran maestri di Palazzo.

Erizzo. Vennero dall’Istria, erano savi, discreti, molto atti alla mercanzia che sapevano tenere bene il proprio tornaconto, concorsero all’edificazione delle chiese dei Santi Apostoli e di Santa Maria Zobenigo, venne aggregata al Maggior Consiglio nel 1050.

Este. Azzo d’Este principe di Ferrara, Modena e Reggio di alta guida e di singolare prudenza, per le sue eroiche azioni, la sua famiglia venne aggregata al patriziato veneto, nel 1304.

Faliero o Falier. Vennero da Fano, passarono per Padova, erano savi, discreti, di buone qualità e molto amichevoli con tutti, fecero edificare le chiese di San Benedetto, San Vitale e San Rocco, facevano parte di quelle ventiquattro famiglie che formavano il corpo della nobiltà patrizia, annovera questa progenie tre dogi .

Farnese. Alessandro cardinale Farnese venne eletto al soglio pontificio con il nome di Paolo III, nel 1534, in grazia di questa elezione, la Repubblica ascrisse la sua famiglia al patriziato veneto.

Farsetti. Vennero dalla Toscana, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1664, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Ferro. Vennero dalle Fiandre, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1659, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Fini. Vennero da Cipro, dopo la perdita dell’isola, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1649, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Flangini. Vennero da Cipro, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1664, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Foscari. Vennero da Mestre, erano savi, discreti, mansueti, molto servitori di Dio, facevano molte elemosine, ed erano belli parlatori, fecero edificare la chiesa di San Simeone profeta, era una delle quindici case nuove ducali, che diedero almeno un doge.

Foscarini. Vennero da Altino altri dicono dalle vicine contrade, erano umili, mansueti, buoni parlatori, molto servitori di Dio, di buone fortune, e facevano grandi elemosine, concorsero alla fabbricazione della chiesa di San Polo.

Foscolo. Appartenevano ad una delle più antiche famiglie, erano benigni, di buona coscienza, e valenti nelle loro persone, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1220.

Frangipani. Vennero da Roma.

Gabrielli. Vennero da Gubbio, passarono per Strà, furono molto prudenti, saggi, discreti, umili, graziosi e reali.

Gambara. Vennero da Brescia, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1653, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Garzoni. Vennero da Bologna, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1381.

Ghedini. Vennero da Bergamo, erano bottegai di bambagia e fustagni, poi avvocati, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1667, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Ghigi. Fabio cardinale Chigi venne eletto al soglio pontificio con il nome di Alessandro VII, nel 1655, in grazia di questa elezione, la Repubblica ascrisse la sua famiglia alla nobiltà veneta.

Ghisi. Vennero da Padova, fecero edificare la chiesa di San Simeone Profeta, erano signori della maggior parte delle isole dell’Arcipelago.

Giovanelli. Vennero da Bergamo, erano mercanti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1668, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Girardo. Vennero da Fano, erano buoni, umili, mansueti, di poche parole, e molti furono dottori, esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, rientrarono in parte nel 1381, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi, la loro famiglia si estinse nel 1685.

Girardini o Ghirardini. Vennero da Verona, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1652, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Gonzaga. Filippo di Gonzaga, nel 1333 liberò Ferrara assediata dall’armi della Chiesa, la sua famiglia venne aggregata al patriziato veneto.

Gozi. Vennero da Bergamo, erano mercanti di seta e di panni, e avevano bottega verso Rialto Novo, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Gradenigo . Vennero da Aquileia, fondarono Grado, erano savi e argomentosi, contribuirono all’edificazione delle chiese di San Polo, di Sant’Agostino e dei Frari. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che edificarono Venezia, annovera questa progenie tre dogi.

Greco. Vennero dalla Grecia, erano di profonda scienza, di buoni costumi, elemosinieri, e edificatori di chiese, vennero aggregati al Maggior Consiglio nel 1206, la loro famiglia si estinse nel 1703.

Grimani. Vennero da Vicenza, erano molti savi discreti, umili e di nobile sangue, antichi mercanti e cattolici. Era una delle quindici case nuove ducali, che diedero almeno un doge alla Repubblica.

Grioni. Vennero dalla Grecia, erano buoni, amatori di Dio e della loro patria, gran maestri del navigare, ma non troppi sottili d’ingegno.

Gritti. Vennero da Candia, erano molto discreti, atti alla mercanzia, tenevano amicizia con tutti, erano molto cattolici e elemosinieri.

Guerra. Vennero dalla Dalmazia, erano tintori di panni di lana, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 168, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Gussoni. Vennero da Belluno, passarono per Torcello, erano savi, discreti, amati e molto argomentosi, esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, rientrarono nel 1310 in occasione della congiura del Tiepolo.

Labia. Vennero da Avignone, furono per primi aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Laghi. Vennero da Lugano, erano mercanti di panni di lana, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1661, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Lando. Vennero da Altino o da Jesolo, erano discreti, gran parlatori, sagaci, gran maestri degli ordini della patria, e molto conservatori del bene comune.

Lazzari. Vennero da Trento, passarono per Vicenza, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1660, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Lezze. Vennero da Ravenna, erano di buona condizione, concorsero alla fabbrica della chiesa di San Rocco, vennero ascritti al Maggior Consiglio nel 1251.

Lini o Lin. Vennero da Bergamo, erano mercanti di droghe, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1685, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Lion. Vennero da Padova o da Jesolo, passarono poi in Siria, da dove rientrarono e furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1298, erano amati da tutti, molto ricchi e di qualificata condizione.

Lion Cavazza. Vennero da Padova, furono originariamente dei Leoni, due dei quali sposarono due sorelle Cavazza, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1653, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Lippomano. Vennero dall’isola di Negroponte (Eubea), erano Giudei convertiti, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1381.

Lombardo. Vennero dalla Lombardia, erano savi, discreti, di buona coscienza, di buon consiglio, amatori della loro patria, e gran maestri di mare.

Lombria. Vennero dall’Umbria, passarono per Milano, erano dei calderari, e avevano bottega in calle dei Fabbri, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Longo. Vennero da Padova o da Rimini, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1381.

Loredan. Vennero dalla Romagna, erano forti, valorosi in mare, molto superbi e di cattiva testa, ma pronti al bene della patria. Era una delle quindici case nuove ducali, che diedero almeno un doge alla Repubblica.

Lorena. Renato duca di Lorena, venuto nel 1480 a Venezia, per la guerra che ebbe la Repubblica contro il pontefice Sisto IV, venne ascritto al patriziato veneto.

Lucca. Di antica abitazione nella città, erano dediti alla mercanzia di zuccheri e droghe, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1654, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Lupi o Meli Lupi. Meli Lupi. Vennero da Parma, per avere ben servito nell’acquisto di Cremona, nel 1505, furono ascritti al patriziato veneto, nel 1685 avendo provato la legittimità della sua discendenza ne fu nuovamente riammessa.

Ludovisi. Alessandro cardinale Ludovisi, venne eletto al soglio pontificio con il nome di Gregorio XV, nel 1621, in grazia di questa elezione, la Repubblica ascrisse la sua famiglia al patriziato veneto.

Maffetti. Vennero da Bergamo, erano mercanti, e si fecero ricchi, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1655, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Magno. Vennero da Oderzo, erano savi, discreti, di buona condizione, frequentissimi al bene della patria, e anticamente coltivatori di terre. Annovera tra la sua progenie San Magno vescovo di Oderzo, il quale in occasione dell’invasione dei Longobardi condusse il suo popolo nelle lagune.

Malatesta. Malatesta dei Malatesti, signore di Cesena, fu generale dei Veneziani contro i Carraresi signori di Padova, e nel 1401, fu fatto nobile veneziano.

Malipiero. Vennero da Torcello, erano savi e benigni, concorsero alla fabbrica delle chiese di Santa Croce, di San Geremia, e di Santa Maria Maggiore. Era una delle quindici case nuove ducali, che diedero almeno un doge alla Repubblica.

Manolesso. Vennero da Torcello, erano forti delle loro persone ma duri nelle loro opinioni. Andarono in gran parte nelle colonie di Candia.

Manzoni. Vennero da Padova, erano mercanti di ferrarezza, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1687, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Marcello. Vennero da Roma, passando per Eraclea, erano bugiardi oltre modo, di battaglie, leggeri di cervello, che spesso facevano questione. Era una delle quindici case nuove ducali, che diedero almeno un doge alla Repubblica.

Marini. Vennero da Genova, passarono per Jesolo, erano amatori della loro patria, cattolici, molto superbi ed arroganti, perché erano ricchissimi, andarono ad abitare nell’isola di Negroponte.

Martinelli. Vennero da Bergamo, erano mercanti di panni di lana, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Martinenghi. Vennero da Brescia, erano quattro le linee di questa famiglia, la prima venne ascritta al Maggior Consiglio nel 1448, la seconda nel 1449, la terza nel 1499 e la quarta nell’anno 1689 per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Medici. Vennero da Firenze, erano segretari veneti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1653, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Memo. Vennero da Mazzorbo o da Aquileia, erano savi, cattolici e valorosi, si adoperavano in ogni pubblico servizio, belli di corpo, e molto elemosinieri, concorsero alla fabbrica e all’edificazione delle chiese di San Marcuola, Santa Maria Formosa, San Procolo, e di Santa Maria di Torcello. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che edificarono Venezia, annovera questa progenie quattro dogi

Mezzo. Vennero da Jesolo, esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1381, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi. Si portarono alcuni di loro in Candia.

Miani. Vennero dal Cadore o da Jesolo, erano savi, discreti, prudenti, cattolici, armigeri potenti, robusti, gran maestri nel navigare, e industriosi nelle mercanzie, annovera questa progenie San Girolamo Miani fondatore dell’ordine dei Chierici Regolari di Somasca.

Michiel. Vennero da Roma, erano splendidi, piacenti, fabbricarono la chiesa di San Canziano, restaurarono quella degli Ognissanti. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che edificarono Venezia, annovera questa progenie quattro dogi .

Minelli. Vennero da Bergamo, erano bottegai di salumi ed olii, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1650, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Minio. Vennero da Altino, passarono per Mazzorbo, erano umani, piacenti, e amichevoli con tutti, e si esercitarono molto nel pescare. Alcuni di loro si portarono in Candia.

Minotto. Vennero da Roma, erano bellissimi, industriosi, molto animosi e amatori della patria, concorsero alla fabbricazione della chiesa di Santa Cecilia o San Cassiano.

Mocenigo. Vennero da Bologna, erano di grande animo e ingegno, molto amatori della loro patria. Era una delle quindici case nuove ducali, che diedero almeno un doge alla Repubblica, annovera questa progenie quattro dogi.

Molin o Molini. Vennero da Acri o da Mantova, erano grandi di persona, elemosinieri, di buone qualità, maestri nell’edificare edifici e molini, molto cattolici, fecero edificare le chiese di Sant’Andrea e di Sant’Agnese.

Mora. Vennero dalla Svizzera, passarono per Vicenza, arricchitasi con i commerci con la Spagna, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1665, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Morelli. Vennero da Murano, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1696, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Moro. Vennero dalla Mauritania, passarono per l’isola di Negroponte, erano perfetti di senno e di cervello, molto cattolici e servitori della loro patria, edificarono la chiesa di San Giobbe, vennero ascritti al Maggior Consiglio nel 1310 in occasione della congiura del Tiepolo.

Morosini. Vennero da Mantova, erano savi e forti, ma molto protervi di volontà, belli di corpo, leali e generosi in battaglia. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che edificarono Venezia, annovera questa progenie quattro dogi .

Da Mosto. Vennero da Padova, erano di buona coscienza e di grosso intelletto, e amatori della loro patria.

Muazzo. Vennero da Torcello, erano di buona coscienza, servitori di Dio, e della patria, molto elemosinieri e pietosi, fecero edificare la chiesa di San Geminiano. Con l’occasione delle colonie si portarono in Candia, divenne potente, e turbò più volte lo stato di quel regno.

Mula. Vennero dall’Istria o dalle contrade convicine, erano cattolici, di buona coscienza, e amatori della loro patria, concorsero all’edificazione delle chiese di San Giorgio, di San Giacomo dell’Orio.

Nadal. Vennero da Torcello, erano savi, moto sottili d’intelletto, amatori della loro patria. Si portarono poi nelle colonie di Candia.

Nani. Vennero da Altino, passarono per Torcello, erano gran maestri di palazzo, e amatori della loro patria, fecero edificare le chiesa di San Giovanni Nuovo, di San Giovanni Laterano, esclusi, parte di loro, dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, rientrarono nel 1381, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi.

Navager. Vennero dalle provincie venete, erano molto piccoli di persona, fedeli e leali alla patria.

Nave. Vennero da Bergamo, erano mercanti di cere e droghe, avevano per insegna della bottega una nave, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1653, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Odescalchi. Benedetto cardinale Odescalchi venne eletto al soglio pontificio con il nome di Innocenzo XI, nel 1676, in grazia di questa elezione, venne ascritto al patriziato veneto.

Orio. Vennero da Altino, erano industriosi, sapienti, belli, ed eloquenti parlatori, si esercitavano nella mercanzia dei salumi e di valle, parte di loro vennero esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297.

Orsini. Carlo e Giordano Orsini vennero ascritti al patriziato veneto, nel 1426.

Ottobon. Vennero da Padova o dall’isola di Negroponte, erano cancellieri grandi e segretari, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Pallavicino. Orlando Pallavicini, essendosi reso benemerito alla Repubblica, venne ascritto al patriziato veneto nel 1427.

Panfilio. Giovanni Battista cardinale Pamphilj, venne eletto al soglio pontificio con il nome di Innocenzo X, nel 1664, in grazia di questa elezione, venne ascritto al patriziato veneto.

Papafava. Vennero da Padova, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1650, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Paruta. Vennero da Lucca, erano molto savi nella mercanzia, introdussero l’arte della tessitura, furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1381, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi.

Pasqualigo. Vennero da Candia, da dove si partirono per parteciparono alla crociata con il doge Domenico Michieli in Terra Santa.

Pasta. Vennero da Bergamo, passarono per Padova, erano mercanti di panni di lana, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1669, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Pepoli. Taddeo Pepoli signore di Bologna, chiese e ottenne la nobiltà veneziana nel 1388.

Peretti. Felice cardinale Peretti venne eletto al soglio pontificio con il nome di Sisto V, nel 1585, in grazia di questa elezione, venne ascritto al patriziato veneto.

Persico. Vennero da Bergamo, erano mercanti di sete e panni d’oro, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1685, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Pesaro. Vennero da Pesaro, erano discreti, amatori della loro patria, industriosi nella mercanzia, e perciò ricchissimi, fecero edificare la chiesa di San Giovanni Decollato, vennero ascritti al Maggior Consiglio nel 1225.

Pio. Gilberto Pio signore di Carpi, per i suoi gran meriti verso la Repubblica, nel 1406, fu fatto nobile veneziano.

Piovene. Vennero da Vicenza, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1655, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Pisani. Vennero da Pisa, si dividevano in due famiglie i primi erano savi e gran maestri di navi, furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1120, i secondi furono ascritti nel 1355 per aver rivelato la congiura del doge Marin Faliero, edificarono la chiesa di San Fantino.

Pizzamano. Vennero dalla Boemia, erano leali e molto umili, fecero edificare la chiesa di San Luca, furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1297.

Polani. Vennero dall’Istria, erano leali, cortesi, e valorosi in battaglia, edificarono la chiesa di Santa Chiara. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che edificarono Venezia.

Polo. Vennero dalla Dalmazia, erano buoni e sapienti, vennero esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, poi riammessi nel 1381, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi.

Poluaro. Vennero da Lugano, erano mercanti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1662, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Da Ponte. Vennero dall’isola di Negroponte o da Ferrara, la loro famiglia si estinse nel 1217, tuttavia alcuni di loro, provata la loro legittima discendenza vennero riammessi al Maggior Consiglio.

Premarin. Vennero da Jesolo, erano grossi d’intelletto, e pochi di casada. Si portarono con le colonie nell’isola di Candia, da dove alcuni ritornarono.

Priuli. Vennero dall’Ungheria, erano prudenti, saggi, discreti e amati da tutti, cattolici, servitori di Dio e molto amichevoli con ognuno, esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, rientrarono nel 1310 in occasione della congiura del Tiepolo.

Querini. Vennero da Padova, passarono per Torcello, facevano parte di quelle ventiquattro famiglie che formavano il corpo della nobiltà patrizia, diversi di loro cospirarono contro la patria nella congiura del Tiepolo. Alcuni di loro si portarono in Candia e a Cipro.

Raspi. Vennero da Bergamo, erano mercanti di cordami, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1662, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Ravagnin. Vennero da Verona, passarono per Treviso, erano segnalati nelle armi e nelle lettere, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1657, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Renier. Vennero da Ragusa, esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, rientrarono nel 1381, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi.

Ricci. Erano cittadini originari, esercitavano l’oreficeria, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1687, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Rezzonico. Vennero dalla città di Como, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1687, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Rimondo. Vennero dall’Abruzzo, erano molti savi, gran maestri del navigare, fedeli alla loro patria, molto arroganti e superbi, concorsero all’edificazione della chiesa di San Geremia.

Riva. Vennero da Belluno, passarono per Jesolo, erano frenetici e di poche parole.

Rospigliosi. Giulio cardinale Rospigliosi venne eletto al soglio pontificio con il nome di Clemente X, nel 1667, in grazia di questa elezione, venne ascritto al patriziato veneto.

Rossi. Pietro Rossi, da Parma, generale delle armate veneziane contro Mastino della Scala, venne ascritto, nel 1337, alla nobiltà veneziana.

Rotta. Vennero da Bergamo, erano soggetti di valori, medici di segnalata dottrina, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1685, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Rovere. Francesco cardinale della Rovere venne eletto al soglio pontificio con il nome di Sisto IV, nel 1471, in grazia di questa elezione, venne ascritto al patriziato veneto.

Rubini. Vennero da Bergamo, erano mercanti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Rumieri. Erano negozianti di gioie e preziosi, tenevano bottega a Rialto, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1689, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Ruzini. Vennero da Costantinopoli, erano atti alla mercanzia, solleciti e molto diligenti nei loro fatti.

Sagredo. Vennero da Sebenico, fecero edificare la chiesa di Santa Trinità. Annovera tra la sua progenie San Gerardo Sagredo, che dopo di aver riempito il mondo della sua santità, salì martire di Gesù Cristo a decorare il paradiso.

Salamon. Vennero da Salerno, furono negligenti e di poco opera, fecero diversi edifici e tra questi il monastero e la chiesa di Santa Marta.

SanGianToffetti. Vennero da Crema, erano mercanti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1649, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Santasoffia. Vennero da Costantinopoli o da Santa Sofia di Romagna, passarono per Padova, erano medici illustri, lettori famosi di università, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1649, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Sanudo. Vennero da Padova o dall’isola di Candia, erano amichevoli, arditi, forti e animosi in guerra, molto amatori della patria loro, servitori di Dio e amati da tutti, Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che edificarono Venezia, annovera questa progenie cinque dogi .

Sanseverini. Roberto Sanseverino conte di Caiazzo, condottiero della Repubblica, per meriti di valorose imprese, nel 1480, venne ascritto alla nobiltà veneziana.

Savelli. Paolo Savelli, generale delle armate veneziane durante l’acquisto della città di Verona, nel 1404, venne ascritto alla nobiltà veneziana.

Savorgnani. Vennero da Udine, furono grandi e potenti, furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1385.

Semenzi. Già cognominizzati Premuda, presero in seguito quello di Semenzi, avevano l’incombenza della raffinazione dell’argento in Zecca, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1685, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Semitecoli. Vennero dall’Istria, erano grossi d’intelletto, ma da bene, amatori della patria, edificarono molte case e chiese. Alcuni di loro si portarono poi in Candia con le colonie.

Sfondrati. Niccolò cardinale Sfondrati venne eletto al soglio pontificio con il nome di Gregorio XIV, nel 1591, in grazia di questa elezione, venne ascritto al patriziato veneto.

Sforza. Francesco Sforza, generale per della Repubblica, avendo recuperata Verona e apportati notevoli vantaggi, venne, nel 1439, ascritto alla nobiltà veneziana.

Soderini. Vennero da Firenze, si portarono poi a Cipro, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1656, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Soranzo. Vennero da Burano, erano audaci, fabbricarono la chiesa di San Samuele, e restaurarono quella di Santa Giustina, facevano parte di quelle ventiquattro famiglie che formavano il corpo della nobiltà patrizia.

Statio. Vennero da Lugano o da Bergamo, erano mercanti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1662, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Surian. Vennero da Acri in Siria, alla presa di quella città dai saraceni del soldano d’Egitto.

Tasca. Vennero da Bergamo, erano mercanti di velluti, avevano bottega in Marzaria, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Tiepolo. Vennero da Rimini, erano forti combattenti in mare e in terra, nel 1310 Baiamonte Tiepolo con temeraria congiura tentò di farsi tiranno della patria. Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che edificarono Venezia, annovera questa progenie due dogi.

Trevisan. Vennero da Aquileia, passarono per Treviso, erano savi, cattolici, molto discreti, amatori della patria e gran maestri di mare, fondarono l’abazia dei Borgognoni a Torcello, e le chiese di San Benedetto, di San Giovanni in Oleo, e di San Giovanni Elemosinario, alcuni di loro furono esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, ma rientrarono in occasione della congiura del Tiepolo.

Tron. Vennero da Mantova o da Antona (Inghilterra), erano savi, discreti, umili, e molto propizi al bene della patria, concorsero alla fabbrica di San Ubaldo, e costruirono quella di San Giacomo in Paludo.

Vallaresso. Vennero da Salona in Dalmazia, erano pacifici e amatori di Dio, concorsero al restauro delle chiese di San Martino e di San Bartolomeo.

Valier. Vennero da Padova, erano molto diligenti nei fatti loro, ostinati, molto grandi di persona, erano padroni di Oriago, Gambarare, Mira, Sant’Illario e altri luoghi, ne furono spogliati durante la guerra contro i Padovani.

Valmarana. Vennero da Vicenza, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1658, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Vanaxel. Vennero da Malines nelle Fiandre, erano mercanti, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1665, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Vendramin. Vennero da Udine o dalla Schiavonia, erano superbi e crudeli, mercanti di olii, formaggi, e di carne salata, tenevano le loro botteghe a Rialto, vennero ascritti al Maggior Consiglio, nel 1381, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi.

Venier. Vennero da Vicenza o da Pavia, erano savi, amatori di Dio e della patria, piacevoli, potenti, benevoli, splendidi e liberali, fondarono e restaurarono le chiese di San Giovanni Decollato, di San Moisè, di San Daniele, di San Sepolcro. Alcuni di loro si portarono con le colonie in Candia.

Verdizoti. Erano cittadini originari, segretari del Consiglio dei Dieci, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1667, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Vianol. Vennero da Bergamo, erano cittadini originari, segretari, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1658, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Vidiman. Vennero dalla Germania, erano molto ingegnosi, gran negozianti, onorati e fortunati, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Vitturi. Vennero da Altino, erano ingegnosi, molto sagaci, superbi e piccoli di persona.

Vizzamani. Vennero da Candia, esclusi dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, rientrarono nel 1381, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi, la loro famiglia si estine nel 1711.

Zacco. Vennero dalla Germania, passarono per Padova, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1653, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Zaguri. Vennero dall’Albania, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Zambelli. Vennero da Padova, erano mercanti di malvasia, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1648, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Zambelli. Vennero da Bassano, erano mercati di seta, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1685, per la guerra di Morea, con l’esborso di centomila ducati.

Zanardi. Vennero da Bergamo, erano speziali da confetture, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1653, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Zancariol. Vennero da Padova, erano maestri di mare, la loro famiglia si estinse nel 1207.

Zane. Vennero da Padova, passarono per Malamocco vecchio, erano saggi, discreti, e amanti della patria, fecero edificare la chiesa di San Geremia.

Zanobrio. Vennero da Avignone, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1646, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Zen. Vennero da Padova, erano savi e discreti, facevano parte di quelle ventiquattro famiglie che formavano il corpo della nobiltà patrizia.

Zolio. Vennero dalla città di Bergamo, erano negoziante di salumi, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1656, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Zon. Vennero da Perugia, erano cittadini originari, segretari, furono aggregati al Maggior Consiglio nel 1652, per la guerra di Candia, con l’esborso di centomila ducati.

Zorzi o Giorgi. Vennero da Pavia, erano savi, amichevoli, gagliardi, forti e animosi in battaglia, edificarono le chiese di San Benedetto e di San Domenico, facevano parte di quelle ventiquattro famiglie che formavano il corpo della nobiltà patrizia.

Zusti. Vennero da Padova, erano molto cattolici e amatori della patria, erano padroni di quasi tutte le botteghe al Fontego dei Tedeschi, concorsero alla costruzione della chiesa di San Boldo, esclusi parzialmente dal Maggior Consiglio con la Serrata del 1297, rientrarono nel 1381, per i loro buoni portamenti alla guerra di Chioggia contro i Genovesi.

Zustiniani. Vennero da Giustinopoli o Capodistria, passarono per Malamocco vecchio, facevano parte di quelle ventiquattro famiglie che formavano il corpo della nobiltà patrizia, annovera questa progenie San Lorenzo Giustiniani primo patriarca di Venezia.

Zulian. Vennero da Trieste, erano saggi, di grande intelletto, e amatori della patria, furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1131, fecero edificare la chiesa di Santa Maria della Carità.

Fonti principali: GIROLAMO ALESSANDRO CAPELLARI VIVARO. Campidoglio Veneto (1742) Biblioteca Marciana Venezia; VINCENZO MARIA CORONELLI Blasonario veneto Biblioteca Marciana Venezia

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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16 Commenti

  1. Sono sorpreso di vedere che manca la mia famiglia, la famiglia Veronese, casa fatta per soldo nel 1704 presente in quasi tutti i testi di araldica stampati in Venezia nel XVIII secolo, e come la mia ne mancano molte altre.
    Non vuole essere una critica, piuttosto una constatazione, immagino che la ricerca non sia semplice ma visto il lavoro già svolto forse varrebbe la pena integrarlo.

    Giovanni Veronese

  2. Mancano i nobili longhin, provenienti da Mantova e i Veludo o Velludo, mercanti veneziani e molti altri cognomi famosi a Venezia da molti secoli.

    • L’elenco in oggetto riporta le famiglie patrizie veneziane esistenti all’inizio del Settecento (fonte F.M. Coronelli 1706), le famiglie Longhin e Veludo (o Velludo) non le ho ritrovate neanche nel Capellari-Vivaro (1742) che le elenca tutte (o quasi).

  3. Non trovo la famiglia de’ Petris di Santo Spirito del Torrione di Cherso con diversi membri nel Maggior Consiglio, discendenti dai Marcello, e da Colbis e Dragogna con la costruzione di due chiese solo a Cherso e la donazione del convento un tempo loro fortezza oltre che la donazione di galeoni contro i Turchi.Il nostro stemma si ritrova in monumenti , palazzi veneti come quello a a Cherso di Franciscis Patritius ma a Plauno Arbe loro isole Lussino, Osservare con abati e badessa in tutta l Istria. Ne’ noto i Seccadanari di Muggia a cui fu donata dal doge per meriti l’osella che ancora conservo. Lo stemma porta ben cinque palle.

    • L’elenco in oggetto riporta le famiglie patrizie veneziane esistenti all’inizio del Settecento (fonte F.M. Coronelli 1706), le famiglie de’ Petris e Seccadanari, per quanto prestigiose e nobili non vi sono indicate, e non sono indicate neanche nel Campidoglio Veneto del Capellari-Vivaro (1742), e nell’Indice generale dei patrizi veneti di Andrea Da Mosto dove sono elencate tutte le famiglie iscritte nel Libro d’Oro.
      Nel Libro d’Oro venivano iscritti tutti gli appartenenti alle famiglie patrizie veneziane che comprendevano: le dodici famiglie apostoliche (Contarini, Morosini, Badoer, Tiepolo, Michieli, Sanudo, Gradenigo, Memmo, Falier, Dandolo, Polani e Barozzi), le quattro evangeliche (Giustiniani, Cornaro, Bragadini e Bembo), le otto presenti molto innanzi al serrar del Maggior Consiglio (Quirini, Dolfini, Soranzo, Zorzi e Marcello), tutte le famiglie esistenti al serrare del Maggior Consiglio (1297), le trenta famiglie aggregate in occasione della guerra di Chioggia (1380), le circa ottanta famiglie aggregate in occasione della guerra di Candia e i patrizi per merito. Le famiglie patrizie veneziane erano le sole che reggevano il governo della Repubblica.

  4. buongiorno, non vedo la famiglia Mancon, casa fatta per soldi che a seguito della battaglia di Candia venne ammessa al patriziato veneto.

    • Buongiorno, l’elenco in oggetto riporta le famiglie patrizie veneziane esistenti all’inizio del Settecento (fonte F.M. Coronelli 1706), la famiglia Mancon non è indicata neanche nel Campidoglio Veneto del Capellari-Vivaro (1742), e nell’Indice generale dei patrizi veneti di Andrea Da Mosto dove sono elencate tutte le famiglie iscritte nel Libro d’Oro. Cordialmente

  5. Buon pomeriggio.
    Scrivo per avere notizie su uno stemma lapideo veneziano, la cui fotografia è pubblicata anche sul sito http://www.alamy.it.
    Lo descrivo araldicamente: “inquartato: nel 1° all’aquila coronata con il volo abbassato; nel 2° dei Tiepolo; nel 3° degli Attendolo-Sforza, alias al leone tenente con le branche un ramo di melo cotogno fruttato e fogliato; nel 4° al motto scritto in caratteri latini capitali PATRIA RECEPTA”.
    Vi chiedo se possiate cortesemente informarmi: 1) su quale edificio o costruzione o manufatto tale scudo lapideo, scolpito a bassorilievo, si trovi;
    2) a quale famiglia o a quale altro possessore tale scudo araldico appartenga (Tiepolo?).
    Vi ringrazio per la gentile attenzione che vogliate prestare a tali domande e per le risposte che potrete comunicarmi.
    Cordiali saluti.
    Gianantonio Tassinari

    • Buonasera, dalla sua descrizione le posso confernare che si tratta di uno stemma della famiglia Tiepolo, non sono in grado di specificare però il ramo, lo stemma è riportato nel Blasonario del Coronelli che allego, manca la scritta PATRIA RECEPTA, la stessa dicitura si legge  nello stemma in prossimità tumulo di Marino Morosini  nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, Marino era uno dei 20 senatori aggiunti al consiglio dei X quando si trattò di procedere contro il doge Marino Faliero. Cordialmente

  6. Non trovo gli Zarotti famiglia di origine Parmense, ma al servizio della serenissima dal 1400,nominati fiduciari finanzieri della repubblica e revisori per le provincie Istriane. Troviamo a Capodistria nel 1500 la Famiglia Zarotti .con titolo nobiliare e partecipe alla battaglia di Lepanto con piccola flotta navale personale,ecc……… grazie

  7. Bonjour, je ne trouve pas le nom de ma famille (de Biasio) qui a fait partie de la noblesse d’argent et a siégée au Grand Conseil…Bonne journée.

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