Ponte Cavallo, sul Rio dei Mendicanti

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Ponte Cavallo, sul Rio dei Mendicanti - Castello

Ponte Cavallo, sul Rio dei Mendicanti. Calle Larga Giacinto Gallina – Campo Santi Giovanni e Paolo

Ponte in pietra; struttura in mattoni e pietre, balaustre in mattoni. Due mascheroni sono presenti su ciascuno dei fianchi del ponte. Su un fianco del ponte, al centro dell’arco, tre stemmi in pietra di Provveditori di Comun, sull’altro fianco resti di un leone marciano scalpellato. Sul ponte sono presenti inoltre ben tre capiteli; L’Annunciazione e la Madonna col Bambino (lato Cannaregio), e Maria Regina (lato Castello), bassorilievo in pietra a livello dell’acqua, sulla mensola inferiore è incisa la data MDCXV.

CAVALLO (Ponte, Calle del) ai Santi Giovanni e Paolo. È così detto questo Ponte perchè chi ne sale i gradini, andando verso la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, scorge tosto la statua equestre eretta in onore di Bartolammeo Colleoni Bergamasco. Fu questi per 21 anno generale dei Veneziani, e venuto a morte (an. 1475) nel suo castello di Malpaga, lasciò erede di gran parte delle sue sostanze la Repubblica col patto che gli fosse innalzato un monumento in Piazza di San Marco. Ma essendo ciò proibito dagli statuti, si pensò d’innalzarglielo invece nel luogo in cui ora si ammira, cioè in Campo dei Santi Giovanni e Paolo, in faccia alla Scuola Grande di San Marco. Il suddetto monumento venne modellato da Andrea Verocchio fiorentino, il quale nel 1488 supplicò il Senato nel suo testamento (scoperto nella Riccardiana di Firenze) a permettere che Lorenzo De Credi suo discepolo conducesse a fine il lavoro. Il Senato per lo contrario affidò la fusione del colosso ad Alessandro Leopardo, che lo scoperse al pubblico il 21 marzo 1496, e di suo disegno vi aggiunse il marmoreo piedestallo fiancheggiato da sei colonne corintie, o ricco di magnifici ornamenti. Il monumento ebbe un restauro nel 1831.

Sopra la porta di una casa al Ponte del Cavallo ai Santi Giovanni e Paolo si ammira un basso rilievo rappresentante l’Annunziazione. Dice il Moschini che egli crede questo lavoro di Giusto Le Curt, quantunque altri l’attribuiscano a Melchiorre Barthel. (1)

(1) GIUSEPPE TASSINI. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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