Famiglia Bernardo

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Stemma della famiglia Bernardo Famiglie Venete con le loro armi. Biblioteca Estense universitaria

Famiglia Bernardo

Lo Zabarella negli Arronzi porta l’ascendenza di questa famiglia agli antichi Meggy patrizi romani. Seguace di tale opinione è Pierantonio Moti. Incerto è il tempo del suo passaggio in Venezia, come pure variano le cronache nell’assegnare il luogo donde essa si partì. Vanta antica cittadinanza nelle venete contrade, dove esercitò la suprema autorità del tribunato. (1) Favoriti dalla fortuna si fecero ricchi in modo che edificarono la chiesa di San Polo, e restarono inclusi nella Nobiltà Veneta al tempo del serrar del Consiglio il 1297.  (2)

Era un Francesco Bernardo nel 1303 capitano di grossa nave armata contro Andronico imperatore di Costantinopoli. Un altro Francesco, nel 1545, mercanteggiando in Albione, giunse a concludere la pace fra Francesco I re di Francia, ed Enrico VIII re d’Inghilterra. Creato perciò cavaliere da entrambi e largito di annuale stipendio, vi rinunziò per ritornare in patria, al servizio della quale sostenne poi importanti impieghi. La famiglia Bernardo ebbe pure altri soggetti che levarono bel grido di sè specialmente nelle guerre contro gli Infedeli. Nè qui va taciuto di quel Pietro bennoto per la singolarità del suo testamento, fatto il 30 ottohre 1515. Ordinava egli che, appena morto, venisse lavato nell’aceto più squisito, e quindi unto con muschio, per il valsente di 40 ducati, da tre medici dei più famigerati, ai quali si dessero in compenso tre zecchini belli e ruspi per ciascheduno; che fosse deposto con aloè ed altri aromi in una cassa di piombo, ove potesse giacere comodamente, la qual cassa si rinchiudesse in altra grossissima di cipresso, così bene serrata ed impeciata da non potersi aprire se non rompendola; che venisse collocato in un’arca di marmo del valore di 600 ducati, in fronte della quale dovessero scolpirsi otto esametri, contenenti le di lui grate in carattere maiuscolo da leggersi alla distanza di 25 piedi, con il premio al poeta di un zecchino ogni due versi; che sopra l’arca si scolpissero il Padre Eterno, ed egli, Pietro Bernardo, genuflesso, di forme così grandi da sembrare a venticinque piedi di distanza un uomo d’alta statura; che dualmente si celebrassero in un libro di ottocento versi le glorie della sua famiglia, e si componessero sette salmi ad imitazione dei Davidici con altre orazioni, da cantarsi ogni prima domenica del mese da venti frati, al rompere dell’alba, innanzi al di lui sepolcro. Queste prescrizioni non furono scrupolosamente eseguite. Il Bernardo morì nel 1538, e venti anni dopo gli si innalzò in chiesa ai Frari un elegante monumento lombardesco, che si attribuisce ad Alessandro Leopardi. (3)

Lo stemma gentilizio della famiglia Bernardo, secondo la descrizione data dal Freschot, era: “Porta trinciato d’argento, e di rosso, con due punti negri posti in banda sopra l’argento, equivalenti allo stesso“. (4)

(1) Antonio Longo. Dell’origine e provenienza dei cittadini originarj. Venezia Tipografia Gasali 1817.

(2) Libro dei Nobili Veneti ora per la prima volta messo in luce. Tipografia delle Murate. Firenze 1866

(3) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872

(4) Casimiro Frescot. La Nobiltà Veneta ossia Tutte le Famiglie Patrizie con le figure de suoi Scudi e Arme. Venezia 1707

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Canal Grande, 1978 (San Polo) – Fondamenta de le Burchiele, 396 (Santa Croce) – Campo San Silvestro, 1088 (San Polo) – Campo dei Frari, 3011 (San Polo) – Marzaria del Capitelo, 4860 (San Marco) – Calle de la Madona, 1978 (San Polo) – Ponte de Cà Bernardo, 2195 (San Polo).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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