Famiglia Zorzi

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Stemmi della famiglia Zorzi. Famiglie Venete con le loro armi. Biblioteca Estense universitaria

Famiglia Zorzi

Dalli principi di Moravia e di Slesia, secondo riferisce Antonio Maria Spelta, nell’Istoria dei vescovi di Pavia, trasse origine la casa Giorgi, che in dialetto veneziano si disse Zorzi. Alcuni di quella casa passarono, nel 411, in Italia, e militarono sotto i vessilli di Onorio imperatore; e quindi posero stanza in Pavia, ed acquistarono alcune terre e castella, come Pinerolo, Soriasco Oleveno, Regalia, Castellaro, Cerretto, ec. Ottennero poi il cognome di Giorgio da un suo valoroso capitano, il quale, ai tempi di Santo Epifanio vescovo di Pavia, liberò con le sue genti quella città strettamente assediata dai barbari, giusta quanto racconta lo Spelta. Nel 453, per l’irruzione di Attila alcuni di questa famiglio, partitisi da Pavia, vennero nelle isole della Venezia, secondo testimoniano Bernardo Giorgi ed Jacopo Zabarella, nella sua Aula Heroum, come pure il Frescot ed altri molti genealogisti. Anzi il Malfatti la venne annoverando fra le prime case, in cui fu stabilita la nobiltà veneziana, per cui vuole essere stati gli antichi Giorgi tribuni di varie isole. (1)

Il Cappellari, che annovera vari distinti personaggi di questo casato, senza però omettere quel Giovanni Zorzi, bandito da Treviso a cagione di molte scelleratezze, e condannato nel 1492, per infrazione del bando, al taglio della lingua, e di una mano fra le colonne della Piazzetta, dice che la famiglia di cui trattiamo possedè il marchesato della Bondonizza, e fu signora del castello di Lamasac e di Carisio ai Dardanelli. Ebbe pure lungamente il dominio’di Curzola sino che, resosi il posto difficile, gli fu dalla pubblica munificenza cambiato nella contea di Zumelle, detta volgarmente Mel, castello e podestaria di grande estimatione, posta vicino e Feltre. Con regia splendidezza edificò la chiesa di San Benedetto e di San Domenico, come tiene memorie illustri in molte altre, così dentro, come fuori di Venezia, e per contrassegno della stima in cui fu sempre tenuta questa casa si trova che nella pace stipulata tra la Repubblica e Mehemet II, imperatore dei’ Turchi, con capitoli espressi, fu conservato alla stessa il dominio del castello di Lamasac, o Lampsac, acquistato dal valore dei suoi maggiori quale poi divenne preda dell’Ottomana voracità. (2)

Innalzavano i Zorzi, anticamente, per arme un leone nero rampante in campo d’oro, ed un’altra, scaccheggiata d’oro e vermiglio. Ma essendosi Pietro Zorzi, nel 1250, dopo resa tributaria alla Repubblica l’isola di Rodi, recato a rimettere nell’antica obbedienza la propria isola di Curzola, ed avendo nell’ardore della pugna perduta la sua insegna, in sostituzione di quella, espose alle milizie un bianco lino, tinto nel proprio sangue, da cui animati i suoi soldati ebbero vittoria; così, a perpetuare la ricordanza di quel fatto, depose le prische insegne, ed assunse nello scudo la fascia vermiglia in campo d’argento. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872

I dogi della famiglia:

Marino Zorzi. Doge L. Anni 1311-1312

Da sinistra a destra: Calle drio la Chiesa, 4499 (Castello) – Salizada Zorzi, 4946 (Castello)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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