Campo Sant’Aponal, nel Sestiere di San Polo

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Campo Sant'Aponal. Sestiere di San Polo

Campo Sant’Aponal, nel Sestiere di San Polo

Il campo prende il nome dalla Chiesa di Sant’Apollinare in vulgo  Sant’Aponal. Non è ben certo l’anno, nel quale venne rifabbricata questa chiesa; sapendosi solo ciò essere avvenuto sin dai primordi del secolo decimoquinto per opera del parroco Marco dei Piacentini. La prima fondazione sua si assegna all’anno 1034, e per cura della nobile famiglia Scievola, la quale, venuta qui da Ravenna, volle eretta una chiesa per dedicarla ad onore dell’illustre martire Apollinare, vescovo e protettore dell’antica sua patria.

È certo però, che, dopo la rifabbrica, ottenne questa chiesa nell’ interno altri restauri, e principalmente la rinnovazione di alcuni fra i sette altari che aveva, e il rifacimento delle opere tutte di pittura che la decoravano, mentre quelle che annoverava all’epoca della sua soppressione, cioè nel 1810, erano lavori di artisti vissuti nei due secoli posteriori. (1)

Negli anni di carestia 1813 e 1814 vennero messi in esse dei mulini a mano; poi fu ricovero dei senza tetto; poi officina da stagnino e da falegname; poi magazzino di mobilie; quindi carcere per detenuti politici; poi deposito di sfacciture e spaccio di carbone, e da ultimo, bottega di rigattiere.

Nel 1840 l’austriaco demanio pose questa chiesa all’incanto, come bene rovinoso: la comprò il signor Angelo Vianello detto Chiodo, che la rivendeva il 5 settembre dello stesso anno ad una società sorta con l’intento di ridonare al culto il bel manufatto.

Degli otto altari che aveva se ne poterono recuperare cinque: non il maggiore ed i due laterali. Dal comandante della Marina la Pia Società potè avere in dono, l’altare maggiore della sopressa chiesa di Santa Giustina, altare preziosissimo per marmi orientali. Per i quadri si rivolsero alle donne veneziane: la conterssa Loredana Morosini Gatterburg donò il Martirio di Sant’Apollinare, opera di Lattanzio Querena, e fu messo sull’altare maggiore; alla cappella a destra San Pietro Orseolo pure del Querena; alla cappella sinistra un quadro dono del signor Pietro dal Turco. Nella stessa occasione fu montato il portale proveniente dalla Chiesa di Sant’Elena.

La chiesa venne consacrata da mons. Giovanni Antonio Farina, vescovo di Treviso, e riaperta al culto il 16 giugno 1851. Nel 1929 il portale venne restituito alla riaperta chiesa di Sant’Elena e venne sostituito da un bassorilievo gotico sopra il portale, opera di provenienza ignota prima murata sull’abside della stessa chiesa. (1) Chiusa al culto tra il 1965 e il 1979 e sconsacrata, fu adibita ad archivio comunale ed oggi a deposito principalmente di opere d’arte. (2)

(1) Venezia e le sue lagune. Volume II. Stabilimento Antonelli 1847. 

(2) Chiesa di Sant’Aponal – Wikipedia

Nel campo o nelle sue immediate vicinanze:

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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