Famiglia Badoer già Partecipazio

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Stemma della famiglia Partecipazio o Badoer. Famiglie Venete con le loro armi. Biblioteca Estense universitaria

Famiglia Badoer già Partecipazio

Se certo è da un lato essere la famiglia di questo doge la stessa, che poi assunse il cognome di Badoero, dall’altra è incerta l’origine. E di vero, alcuni, come il Frescot, la vogliono di stirpe imperiale, passata dal suolo ungarico a Pavia, di dove si trasferì a Rivoalto: altri, giusto il Dal Pozzo, la deducono dalla gente Attia romana, dalla quale, dicono, trasse l’appellativo di Partecipazia, quasi participes Attii, vale a dire partecipi delle dignità di Padova e delle Venezie: altri ancora, secondo Giambattista Contarini, nella sua Istoria Veneta e Giulio Faroldo, nei suoi Annali, dicono, significare il nome Patritiato, o Partecipazio, nobiltà palatina, onore cotesto solito conferirsi ai pontefici ed imperatori, ad uomini cospicui e valorosi, a premio dei loro meriti o servigi, e ad ornamento delle loro famiglie.

Lo Zabarella, all’incontro, nel suo Trasea Peto, pretende derivata la famiglia in parola da Praga della Boemia, in Padova, nel cui territorio costruì un castello, che dal nome della sua patria, appellò Praga, mutato poscia dal vulgo in quello di Peraga: aggiungendo, che per le irruzioni dei Barbari si trasferirono i Partecipazii in Rivoalto, ove, primi, edificarono case, ed esercitarono il tribunato; ma che, ritiratisi gli invasori, ritornarono in terraferma, restaurando Padova ed altri luoghi circonvicini. E perché solevano abitare tanto nel continente, quanto nelle isole, furono perciò chiamati Partecipazii, siccome coloro che partecipavano e godevano dei privilegi e del governo della terra e del mare. Sennonché la niuna critica dello Zabarella, oltre che indurlo a narrare queste ed altre favole intorno alla famiglia in questione, dimenticar poi lo fece di quanto nella citata opera asseriva. Imperocché nell’altra opera sua, la Meronea, fa discendere i Partecipazii dalla gente Arria romana, la memoria della quale tuttavia si conserva in parecchi marmi sparsi per le terre patavine; aggiungendo, che per lo calare dei barbari in Italia, trasmigrarono gli Arrii a Rivoalto, ove, per la loro derivazione da Padova, furono appellati Paduarij, e quindi Padue-Arris, da cui ne sorse l’attuale cognome dei Badoari.

Ma di questi sogni da infermo fu lo Zabarella riconvenuto, fra gli altri, dal Barbarano, nel secondo libro della sua Istoria Ecclesiastica, di che può vedersi più divisatamente il Cappellari, nel suo Campidoglio Veneto. Oltre a costoro, altri scrittori ancora vi sono, che in vario modo, e sempre confuso e fuor di ogni critica, trattarono dell’origine di questa famiglia, senza che se ne possa trar lume alcuno di vero. Ad ogni modo, certo è, che questa fu una delle prime dodici case che convennero alla fondazione di Venezia, e nelle quali fu primamente stabilito l’ordine patrizio; onde maggior nobiltà, fra i Veneziani, non avvi fuor che da queste dodici famiglie, chiamate per il numero loro Apostoliche, quasi a dire fondatrici della Repubblica.

Non è a dir quindi la copia degli uomini illustri che produsse la famiglia dei Badoari, quali le di lei ricchezze, e la potenza sua, quali le fabbriche erette da lei, quali le memorie in marmi nobilissimi lasciate. Esercitò il tribunato di Eraclea, e, per alcuni secoli, quello di Rialto, tenendo ragione e foro nella contrada dei Santi Apostoli, e precisamente nel Campiello de la cason, di che si vede fra gli altri il Gallicciolli. (1)

Essa conta sette dogi, i quali si successero quasi l’uno all’altro; anzi, giusta una cronaca, tentò di metter parte che nessuno potesse esser eletto doge se non fosse stato del suo sangue. Questa famiglia edificò varie chiese di Venezia, ed acquistò molte ricchezze, sapendosi di un Marino Badoer che, in virtù del matrimonio contratto nel secolo XIII con Balzanella figlia di Pietro signore di Peraga, ebbe in dote Peraga, Mirano, Strà, Morelle, S. Bruson, ed altre terre della Marca Trivigiana. I Badoeri si gloriano di un Beato, di un cardinale di Santa Chiesa, nonché di vari generali, procuratori, ed ambasciatori.  (2)

Lo scudo gentilizio innalzato da questa casa, se vediamo nel Coronelli, lo riscontreremo variato in sei modi; ma ordinariamente, e da ultimo, usava di soli due scudi, siccome nota il Cappellari citato, vale a dire: il primo avente il campo vermiglio con tre bande d’argento ed un leone d’oro rampante sopra il tutto, ed e quello appunto sottoposto ai ritratti dei dogi Partecipazio: il secondo è lo stesso, ma posto in petto luì un’aquila imperiale bicipite nera, in campo d’oro. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872

I dogi della famiglia:

Agnello Partecipazio. Doge X. Anni 810-827
Giustiniano Partecipazio. Doge XI. Anni 827-829
Giovanni I Partecipazio. Doge XII, Anni 829-937
Orso I Partecipazio. Doge XIV. Anni 864-881
Giovanni II Partecipazio. Doge XV. Anni 881-887
Giovanni II Partecipazio. Doge XVI bis. Anni 887-888
Orso II Partecipazio. Doge XVIII. Anni 912-932
Pietro Partecipazio. Doge XX. Anni 939-942

Da sinistra a destra: Calle Carminati, 5653 (Castello) – Calle del Traghetto, 2792B (Dorsoduro) – Sotoportego Vitalba, 2468 (San Polo).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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2 Commenti

  1. Nel mio paese di Fonte tv nei primi anni del1900 vi risiedeva il conte Wan Axel Pietro Patrizio Veneto
    Sono a ricerca di elementi storici del tempo. Grazie

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