Un bastone di comando inusuale

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1498
Monumento funebre a Nicolò Orsini conte di Pitigliano. Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Sestiere di Castello

Un bastone di comando inusuale

Il bastone di comando custodito nell’Armeria di Palazzo Ducale di Venezia si presenta a sezione cilindrica, con impugnatura dorata, un pomo ad un’estremità, dall’altra una grossa sfera bottonata, mentre il legno del manico originariamente era rivestito di velluto. Le parti dorate sono istoriate con squisite incisioni raffiguranti foglie, fiori e uccelli.

Secondo la tradizione questo bastone venne consegnato a Nicolò Orsini conte di Pitigliano, capitano generale dell’esercito di terraferma nel 1490 con una solenne cerimonia nella basilica di San Marco.

Curiosamente il bastone somiglia ad una Bulawa (a), tanto da ritenerlo originariamente, parte di un bottino a spese degli ottomani, quando nel 1481, l’Orsini si mise al soldo del regno di Napoli per contrastare l’occupazione ottomana di Otranto.

La somiglianza si osserva bene anche nel retro di una medaglia del Caradosso (b) che ritrae il condottiero a cavallo con il bastone in pugno, e in una stampa del 1565 di Nicolò Nelli (conservata al British Museum), che lo raffigura con un bastone non del modello consono del periodo, ma più antico, come quello ritrovato nella tomba del Colleoni (c), che porta solo l’idea di una probabile sfera in cima, tipica invece della tradizione orientale.

Non si sa come sia stato attribuito al Pitigliano, potrebbe anche essere frutto di un bottino di qualche capitano della Serenissima, il quale per vie misteriose (forse nell’ottocento) sia giunto nell’armeria, l’unica notizia sicura sull’oggetto è la datazione a fine XV secolo.

Il condottiero restò al soldo della Serenissima dal 1488 al 1514 e venne sepolto nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, successivamente le sue spoglie furono spostate a Brescia. All’Orsini sono dedicati tre monumenti funebri: uno Venezia, uno a Brescia, e uno a Fiano Romano, nelle sue terre nel Lazio. (1)

(a) Bulava o bulawa è la parola slava che indica sia la mazza che la clava, sia nella funzione di arma sia di simbolo del potere militare-politico . Deriva dalla tradizione indo-persiana, molto usata anche dai dignitari ottomani come insegna del proprio comando.

(b) Il Caradosso, pseudonimo di Cristoforo di Giovanni Matteo Foppa ( Mondonico 1452 circa- Roma 1527 circa), è stato un orafo , scultore e medaglista italiano.

(c) Il Colleoni stesso, rappresentato anche nella statua equestre in legno dorato della Cappella Colleoni di Bergamo.

(1) Alessandro Zanotto e Debora Gusson

Bibliografia

  • W. Boeheim, Handbuch der Waffenkunde. Das Waffenwesen in seiner historischen Entwicklung vom Beginn des Mittelalters bis zum Ende des 18 Jahrhunders, Leipzig 1890.
  • C. de Vita, Armi bianche dal Medioevo all’Età Moderna, Firenze 1983.
  • G. De Lucia, La sala d’armi del Museo dell’Arsenale di Venezia, Roma 1908.
  • K. Farrokh, Sassanian elite cavalry AD 224-642, Osprey Publishing 2005.
  • U. Franzoi, L’Armeria del Palazzo Ducale di Venezia, Treviso 1990. G. Pavan , Palmanova Fortezza D’europa 1593-1993, Venezia 1993.
Il bastone di comando di Nicolò Orsini conte di Pitigliano (foto dalla rete)

La vita in breve del conte di Pitigliano: Niccolò Orsini conte di Pitigliano, Capitano Generale della Repubblica di Venezia

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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