San Sebastiano vulgo San Bastian, altorilievo su una facciata del Convento di San Sebastiano, nel Sestiere di Dorsoduro  

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San Sebastiano. Campo San Sebastiano

San Sebastiano vulgo San Bastian, altorilievo su una facciata del Convento di San Sebastiano, nel Sestiere di Dorsoduro  

In Campo San Sebastiano sul prospetto dell’ex Convento di San Sebastiano ora Università di Ca’ Foscari, edificio ristrutturato dall’architetto Carlo Scarpa, è infisso un altorilievo con San Sebastiano con incisa la scritta “SCOLA DI S. BASTIAN”. Il santo viene rappresentato anche sugli stipiti dell’ingresso dell’adiacente Chiesa di San Sebastiano assieme a San Rocco; i due santi patroni degli appestati. (1)

I dati storici circa la figura di San Sebastiano sono limitati alla menzione nel più antico calendario della Chiesa di Roma, la «Depositio Martyrum», confluita nel «Cronografo» risalente al 354, e a una citazione nel «Commento al Salmo 118» di Sant’Ambrogio vescovo di Milano.

Una “Passio” scritta intorno al V secolo aggiunge che Sebastiano era un membro dei pretoriani, le guardie al diretto servizio dell’imperatore di Roma, ed era cristiano dalla nascita. Grazie al suo servizio, poteva portare conforto ai cristiani che erano destinati al supplizio. A sua volta fu denunciato come cristiano e condannato al supplizio delle frecce, per aver tradito la fiducia dell’imperatore Diocleziano. Ne uscì vivo ma non illeso: dopo le cure, si ripresentò a Diocleziano per rimproverarlo aspramente di quanto aveva commesso contro i cristiani. A quel punto, fu nuovamente condannato: frustato a morte, venne gettato, ormai cadavere, nella Cloaca Massima. Le sue spoglie furono però ritrovate e deposte nelle catacombe della via Appia. Le sue reliquie sono oggi venerate nella basilica di San Sebastiano fuori le Mura a Roma, tranne quella del cranio, custodita nella basilica dei Santi Quattro Coronati a Roma.

San Sebastiano è considerato patrono degli arcieri e degli archibugieri, dei tappezzieri, dei fabbricanti di aghi e di quanti altri abbiano a che fare con oggetti a punta simili alle frecce. È pure invocato nelle epidemie, specie di peste, così diffusa in Europa in passato. (2)

(1) ConoscereVenezia

(1) https://www.santiebeati.it/dettaglio/25800

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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