Armatura da cavallo per fanciullo

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Armatura da fanciullo esposta nelle Sale d'armi di Palazzo Ducale

Armatura da cavallo per fanciullo

L’armatura presa in esame fu concepita per addestrare e abituare alla guerra un ragazzo: non era raro infatti che uno o più figli seguissero il padre nelle sue campagne militari per imparare l’arte bellica. Spesso quando il padre, o lo zio (o uno dei parenti prossimi) venivano fatti prigionieri o perivano, i ragazzi servivano per il riscatto, e raramente combattevano benché avessero l’armatura (a).

La sua datazione è riferibile alla prima metà del XVI secolo, si presenta in ferro acciaioso lisciato bianco con tracce dell’ originale doratura all’acquaforte sui fregi dell’elmo e della corazza. La tradizione vuole che questa armatura sia stata raccolta alla fine della battaglia di Marignano del 1515 tra l’esercito francese di Francesco I alleato dei veneziani e le milizie del Papa, di Firenze, della Spagna e i battaglioni svizzeri. Dopo due giorni di combattimento tra francesi e svizzeri, la mattina del 14 settembre arrivò la cavalleria veneziana guidata da Bartolomeo d’Alviano, cambiando le sorti della battaglia in favore dei francesi con l’annientamento di molti battaglioni svizzeri e il ripiegamento degli altri.

Tramite questa vittoria il re di Francia poté prendere possesso dei territori del ducato di Milano. Negli antichi inventari si legge: “fu trovata nel fatto d’arme di Marignan calpestata da cavalli”, probabilmente un riferimento alla morte violenta del ragazzo. L’elmetto appartiene alla tipologia definita “a becco di passero” che termina posteriormente con una lamina che scende sul collo e sostiene il disco. Il coppo mostra una cresta poco rilevata; sul petto una doppia fascia a spigoli rilevati, scende dalle spalle e si unisce al centro della cintura. I fiancali sono costituiti da un unico pezzo, con nervatura di irrobustimento. La decorazione è costituita da fasce ricorrenti sull’elmetto e sulla corazza, con elementi floreali su fondo rigato, teste di putti alati, uccelli, figure intere nude di guerrieri con scudo e spada.

All’interno di queste fasce si aprono formelle circolari contornate che recano varie immagini: due putti suonatori a figura intera ai lati di una colonna centrale, una figura nuda in ginocchio che offre doni ad un guerriero in armatura seduto (forse il dio Marte), teste virili di profilo, con chiome ricciolute affiancate dalle lettere “T.S.” e “S.A.”

Tutte le figure sono caratteristiche per il disegno interpretativo semplificato della figura del viso a maschera rotonda con pochi tratti che accennano gli occhi, il naso e la bocca centralizzati. (1)

Note

(a) Se era presente sul campo di battaglia le possibilità erano due, o era abbastanza bravo da partecipare alla battaglia oppure è stato colto di sprovvista dall’arrivo dei veneziani che hanno rivoltato il fronte, travolgendo i “vincitori”. Se non vi sono ferrite nell’armatura è probabile che il cavallo imbizzarrito gli sia caduto addosso e che successivamente sia stato “finito” dalla fuga della cavalleria davanti all’impeto della carica veneta.

Bibliografia:

  • L. G. BOCCIA- E.T. COELHO, L’Arte dell’armatura in Italia, Milano 1967.
  • L. G. BOCCIA- F. ROSSI- M. MORIN, Armi e armature lombarde, Milano 1980.
  • U. Franzoi, L’ armeria del Palazzo Ducale a Venezia, Canova, Treviso 1990.
  • P. De Lorenzi, L’Armeria di Palazzo Ducale, Marsilio 2012.
  • J. G. MANN, Wallace Collection Catalogues, European Arms & Armours, I-II, London 1962.
  • B. THOMAS- 0. GAMBER, Katalog der Leibriistkammer, I, Kunsthistorisches Museum Wien, Wien 1976.
  • A. WILLIAMS, The Knight and the Blast Furnace, Leiden 2003.

(1) Alessandro Zanotto e Debora Gusson

FOTO: Umberto Franzoi. Le Sale d'Armi in Palazzo Ducale Venezia. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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