Giasone e Medea su un sottarco delle Procuratie Nuove
Medea era una maga famosa, figlia di Eeta o Eete, re della Colchide, e di Idiia, secondo Esiodo. Quando Giasone, figlio di Esone, re di Iolco, giunse nella Colchide alla ricerca del vello d’oro, capace di guarire tutte le ferite, lei se ne innamorò perdutamente e lo aiutò, con i suoi incantesimi a rapirlo. Eete ordinò ad Absirto, suo figlio e fratello di Medea, d’inseguirli, ma il misero perì nell’impresa.
Un’altra versione dice che Eete mandò molta gente a inseguirli, ma Medea trovò modo di trattenere costoro uccidendo e facendo a brani il fratellino Absirto che aveva portato con se, gettandone i pezzi a uno a uno nel mare; fermando gli inseguitori costretti a raccogliere quei pezzi per darvi onesta sepoltura, dando così modo ai fuggiaschi di guadagnar terreno.
Giunta Medea in Tessaglia, insieme a Giasone, ringiovanì il vecchio Esone, padre di Giasone. Per vendicarsi di Pelia, usurpatore del trono di Esone, inspirò alle figlie di quel principe il desiderio di farlo ringiovanire, e per meglio impegnare la loro fiducia, tagliò a pezzi un vecchio montone, e, in loro presenza, Io trasformò in giovane agnello. Sedotte da tale esempio, trucidarono esse stesse il proprio padre; Medea lo pose in una caldaia a fuoco ardente, e senza curarsi di ringiovanirlo, ivi lo lasciò finche fu interamente consumato dal fuoco.
Questo fatto sollevò tutto il popolo di Iolco contro Giasone e sua moglie Medea, perciò si videro ambedue costretti a fuggire, e si ritirarono presso Creonte, che regnava in Corinto. Dopo d’aver passati dieci anni in perfetta armonia coniugale, frutto della quale furono due figli, Giasone, divenuto amante di Glauce figlia di Creonte, da alcuni chiamata anche Creusa, e desiderando di farla sua sposa, ripudiò la moglie e le accordò breve spazio di tempo per uscire coi figli da Corinto.
Secondo alcuni autori Medea, prima di andarsene, uccise i figli sotto gli occhi di Giasone, poi fuggì ad Atene sopra un carro tirato da due draghi alati. (1)
(1) Giuseppe Ronchetti. Il Dizionario Illustrato dei Simboli. Ulrico Hoepli Editore Milano 1922
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