Campo San Zulian, nel Sestiere di San Marco

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Campo San Zulian. Sestiere di San Marco

Campo San Zulian, nel Sestiere di San Marco

Il campo prende il nome dalla Chiesa di San Giuliano (San Zulian in volgo). Ducando Giovanni Parlecipazio, veniva fondata questa chiesa da Giovanni Marturio, il quale, unitamente con Orso, vescovo Castellano, e con Basilio Trasimondo, governavano la repubblica invece del doge suddetto, esiliato in Grado per la tirannia con cui esercitato aveva la ducal podestà. Il Sansovino però dice essere stata eretta la chiesa in discorso dalla famiglia Balbi, il che deve riferirsi soltanto alla seconda sua erezione avvenuta nel 1105 dopo l’incendio che l’aveva consumata.

Questa seconda fabbrica minacciava rovina intorno alla metà del secolo XV. Per cui Tommaso Rangone, filologo ravennate, medico ai suoi tempi famoso, sosteneva, per la maggior parte, la spesa della sua nuova erezione; il disegno della quale veniva dato da Jacopo Sansovino nel 1553, aiutato poi, siccome vecchio che egli era, da Alessandro Vittoria, secondo quanto ne dice il Temanza.

La facciata eretta veniva a tutta spesa del suddetto Tommaso Rangone, e serve quasi più a monumento di lui che a mostrare l’ingresso del tempio santo di Dio. Ed infatti sulla porta è seduta la immagine di Tommaso fusa in bronzo dal Vittoria, come si vede ai piedi della statua, ove il suddetto artista lasciava il nome; e negli intercolunni di fianco sono scolpite due inscrizioni dettate dallo stesso Tommaso, ebrea l’una, greca l’altra, e nelle quali si dice avere egli composto molti libri in varia scienza; aver trovato egli il modo di protrarre l’umana vita oltre ai 120 anni; avere eretto del suo questa fabbrica; avere con la sapienza sua reso illustri i ginnasi di Roma, Bologna, Padova: il che tutto mostra peccar di superbia, questi segni e questi caratteri, offendendo così la maestà del luogo santo. (1)

(1) Venezia e le sue lagune. Volume II. Stabilimento Antonelli 1847

Nel campo o nelle sue immediate vicinanze:

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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