La Madonna della Cintura, nella Chiesa di Santo Stefano
Questa Madonna, situata nella navata destra della chiesa, pur presentandosi come statua marmorea è invece scultura lignea, “rivestita” nel 1938 dallo scultore Pasquale Zennaro con panneggio di tela cementata e legno per nascondere le “nudità“.
La Madonna della Cintura, da sempre appartenuta alla Scuola della Beata Vergine della Cintura, nei tempi antichi veniva vestita di abiti serici. Nel 1806, nell’anno della soppressione della Scuola, la Madonna aveva un corredo di dieci abiti tra i quali: “uno di ganzo d’oro e d’argento in due pezzi con maniche a fiori naturali e cintura di galon d’oro con fiocco, uno di ricamo fondo bianco con fiori d’oro, uno di frappo fondo gazzia, uno fondo viola con ricamo di seta e lustrini d’argento e il solre d’intaglio con l’immagine della Beata Vergine Assunta“. (1)
La Scuola della Beata Vergine della Cintura
La Scuola venne fondata nel 1583 quando tretadue confratelli della compagnia, sotto la protezione della Gloriosa Vergine della Consolazione, chiedevano di stabilirsi in Santo Stefano, con l’elezione di un “padre custode” i cui compiti sarebbero stati di curare la loro direzione spirituale, custodire l’altare e i beni della compagnia, regolare la processione della quarta domenica del mese. La prima banca era costituita dal custode padre Domenico da Santa Vittoria, baccelliere in sacra teologia, dal guardian grande Tommaso Batocchi, mercante di malvasia, dal vicario Giovanni Battista Manello, “compositor di stampa“, dallo scrivano Girolamo Mazzoleni, indorador, e dal quadernier Piccino Pilotti, con gli aggiunti, in qualità di consiglieri: Alvise Calegher “dalla scarpa granda”, Tommaso Marchetti, Antonio Carloni, mercante di malvasia, Giacomo di Ghirardi “dal vino”, Gasparo sartore e Andrea Bonetti “dal vino”.
Nel 1602 la Scuola, che era nata per beneficiare i fratini del seminario e del noviziato di Santo Stefano, dava due paia di scarpe ad ogni fratino, il 15 agosto e a Natale. Nel gennaio 1645, Antonio Sardi murer, chiede licenza ai Giudici del Piovego per la costruzione dell’albergo della Scuola a lato di quella di San Stefano (dei Laneri), di fronte alla chiesa, verso l’attuale calle de le Botteghe. Nel 1797, venne data una candela della luminaria a titolo gratuito “alla donna che veste la Beata Vergine“, il cui abito era più o meno ricco e seconda delle ricorrenze e dei tempi liturgici. (2)
(1) Riccarda Pagnozzato (a cura di). Donne della Laguna. Simulacri da vestire dei secoli XIV-XIX. Istituto della enciclopedia Italiana.
(2) Gastone Vio. Le scuole piccole nella Venezia dei Dogi. Fondazione Giorgio Cini, Regione Veneto, Angelo Colla Editore. 2004
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