Assicurazioni Generali, Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco

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Procuratie Vecchie da Piazza San Marco

Assicurazioni Generali, Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco

Costituita il 26 dicembre 1831, a Trieste, la società per azioni Assicurazioni Generali Austro-Italiche venne destinata ad operare nei territori austriaci e italiani. Gli azionisti veneti della società, sul finire dello stesso anno, decisero di porre una sede a Venezia, per lo sviluppo delle operazioni negli Stati italiani. Il 24 luglio del 1832 la Compagnia stipulava il contratto d’affitto, con i conti Gradenigo, per il piano nobile e i luoghi superiori di servizio, delle Procuratie Vecchie e vi installava i propri uffici. Gli uomini veneti delle Generali sceglievano così di porre la propria sede in Piazza San Marco, simbolo, oltre che di bellezza, anche di potere politico, economico, e religioso.

La nuova società sceglieva di fregiarsi dell’aquila bicipite, lo stemma asburgico, e di farsi chiamare “Imperial Regia Privilegiata Compagnia di Assicurazioni Generali Austro-Italiche“. La società operava nel campo delle assicurazioni marittime, trasporti, grandine, incendi e nel ramo vita. Il più grande sinistro, cui si trovò a far fronte il 13 dicembre 1836, fu quello del Teatro La Fenice, che comportò un indennizzo di 240.000 lire austriache.

L’unione degli interessi italiani ed austriaci, simbolizzati dall’appellativo “austro-italiche“, era destinata ad infrangersi contro le aspirazioni all’unità nazionale. Durante la Repubblica Veneta (22 marzo del 1848 – 22 agosto 1949) gli uomini della società furono attivamente partecipi e propulsivi all’insurrezione, lo stesso Daniele Manin era un azionista minore della società. Il 12 aprile del 1848 venne registrato presso il Tribunale di Venezia il nuove nome limitato ad Assicurazioni Generali, e il Leone di San Marco sostituì l’aquila asburgica. La vita di Venezia, nei 18 mesi di riconquistata indipendenza, venne garantita dall’ingegneria finanziaria degli uomini delle Generali, attraverso prestiti sottoscritti dai cittadini, dal Comune, dalle società aventi sedi a Venezia, da altri Stati italiani. Con la capitolazione quaranta cittadini vennero proscritti dalla città, tra loro diversi uomini legati alle Generali.

Finita la Seconda Guerra d’Indipendenza, con la liberazione della Lombardia, le Generali si espansero maggiormente in quella regione e a Milano, ma anche a Parma e a Modena, in Emilia-Romagna, nelle Marche e a Roma. Sulle polizze della Compagnia ricomparve come emblema ufficiale, dopo la perentesi del 1848-49, il leone alato di San Marco. A conclusione della Terza Guerra d’Indipendenza e con l’annessione del Veneto, dalle finestre delle Procuratie Vecchie, il personale della società assisté all’ingresso solenne di Vittorio Emanuele II e al discorso di Giuseppe Garibaldi, che profetizzò Roma come capitale d’Italia.

Gli anni successivi sono anni di continua crescita, vennero acquisite nuove porzioni delle Procuratie Vecchie, e i piani superiori del Palazzetto del Selvadego in Bocca di Piazza. Nel 1906 entrarono nel patrimonio della società i grandi palazzi costruiti nei centri storici delle grandi città; il Palazzo Venezia in Piazza Cordusio a Milano, il Palazzo di Piazza della Signoria a Firenze, il Palazzo di Piazza Solferino a Torino, e l’imponente Palazzo di Piazza Venezia a Roma. Su questi palazzi campeggiava il Leone di San Marco, un leone autentico quello di Roma (ritrovato nelle acque del Piovego di Padova, era il leone del torrione Venier o Portello Nuovo (a)), scolpiti da valenti scultori quelli degli altri. Il leone alato campeggiava anche sugli avvisi pubblicitari e sulla carta intestata, tutte le finestre delle Procuratie vennero adornate con vetri smerigliati aventi al centro il leone, e vennero commissionati alla ditta Fortuny gli arazzi che vennero da allora esposti, nelle giornate di festa.

Tra le due guerre mondiali un nuovo impulso veniva dato anche dalla pubblicità, di grande impatto stilistico, su manifesti prevalentemente dipinti dal cartellonista triestino Marcello Dudovich e dal disegnatore Achille Beltrame. E’ di questo periodo l’usanza di dare il pasto ai piccioni di Piazza San Marco, con il portiere della Compagnia che distribuiva, ogni giorno alle 9 del mattino, il mangime in modo tale che i piccioni accorsi descrivevano una grande A e una grande G, le iniziale della Compagnia, tradizione questa che avrà termine solo nel 1974.

Nel secondo dopoguerra la società completava gli acquisti delle Procuratie in Calle del Cappello, in prossimità della Torre dell’Orologio, entrò in proprietà della Compagnia anche un complesso edilizio dietro le Procuratie sul Rio del Cavalletto. Nel 1972 venne acquisito l’albergo Pilsen in Bacino Orseolo e nel salone del piano terra venne sistemata la mensa aziendale. Venne inoltre acquistato lo Squero Vecio in Rio dei Mendicanti, destinato a divenire la sede del Circolo Nautico e il Negozio Olivetti (progettato nel 1957 dall’architetto Carlo Scarpa) sotto i portici delle Procuratie Vecchie.

All’inizio degli anni Ottanta, avvenne il trasferimento di tutti gli uffici, sul nuovo complesso costruito su un terreno di proprietà della società, posto tra il Comune di Mogliano Veneto e di Venezia. Lo Studio Spadolini & Associati, chiamato ad elaborare il nuovo progetto urbanistico, ideò in chiave moderna, e in dimensioni ridotte, una Piazza San Marco in terraferma, tale quantomeno da ricordare nostalgicamente le Procuratie. Il trasferimento venne completato nel corso del 1991. (1)

(a) www.muradipadova.it/lic/il-leone-marciano-ritrovato.html e https://www.conoscerevenezia.it/?p=40058

(1) Le Procuratie Vecchie in Piazza San Marco. Edizione fuori commercio per GENERALI Assicurazioni Generali SpA (Editalia, 1994)

Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Procuratie Vecchie, Procuratie Vecchie da Piazza San Marco, Palazzo del Salvadego in Bocca di Piazza, Leone di San Marco all’ingresso del Palazzo del Salvadego, Ingresso in Corte de Cà Maruzzi, Negozio Olivetti, Targa incendio, Procuratie Vecchie dal Bacino Orseolo, Ex Albergo Pilsen, Finestra delle Procuratie Vecchie.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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