Famiglia Faliero

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Stemma della famiglia Falier. . Famiglie Venete con le loro armi. Biblioteca Estense universitaria

Famiglia Faliero

Vogliono alcuni genealogisti, sull’appoggio di quanto biascicano lo Zabarella e Giulio Dal Pozzo, nella sua Matilde, che la famiglia Faliero avesse comune l’origine colla famiglia Anafesta ed Antenorea, vale a dire, che discendesse dal sangue troiano, fondasse Padova e propagasse la gente Asconia romana: cose tutte, come ben si vede, cavate dalla fantasia di quegli scrittori bizzarri.

Dall’altra parte, Pier Antonio Motti, nel suo Mavors, deduce li Falieri dalli Falerii romani, usciti forse, come egli dice, dalla città di Faleria, ora appellata Montefiascone, già capitale dei popoli falisci. Il Malfatti ed alcune cronache antiche, riferiscono, in quella vece, che dalla città di Fano si trasferisce in Venezia, con il cognome però di Anastasii. Altre cronache ancora variano, originando la famiglia in parola da Fermo; ma trovandosi stanziata a Padova prima di giungere sulle lagune, secondo ne dicono l’Orsato, nella sua Storia di Padova, ed il Frescot, nei suoi Pregi della Nobiltà Veneziana, ritenere conviene che da Padova appunto qui emigrasse nella persona di quell’Alberto Fallero, accennato siccome primo console alla edificazione di Rialto.

In qualunque modo sia la cosa, è però certo, che questa casa fu una delle prime dodici antiche, che formarono il corpo della nobiltà patrizia, e però soprannominata apostolica. Non diremo, come fu affermato anche, che dai Faliero provennero le altre famiglie dei Broccardi, Scapini e Brodenighi; e ciò, dice il Malfatti, sull’appoggio degli armeggi usati da quelle case, simile a quello dei Falieri. Il Sansovino poi ed il Crescenzio, vogliono ancora che da essi uscissero gli Ordelaffi, signori di Forlì, mentre il cognome Faledro, rilevato a ritroso, suona Ordelaf; testimoniando il Burchiellati, nell’Istoria Tarvisina, che la casa Ordelaffo fu piantata nella stessa città di Forlì da Sinibaldo Ordelaffo, da altri appellato Faledro, nobile di Treviso, che colà passò nel 1257, fuggito dalla tirannia di Alberico da Romano; e quindi, il nipote di lui, non pure appellato Sinibaldo Ordelaffo, per concessione dell’imperatore Lodovico V il Bavero, fu signore di Forlì stessa. Edificarono del proprio i Faliero in Venezia le chiese di San Vitale e di San Benedetto. (1)

Al Ponte dei Santi Apostoli scorgesi il palazzo del dogo Marino Faliero che, avendo tramato di rendersi assoluto signore di Venezia, andò mozzo del capo il 16 aprile 1355. La congiura fu scoperta da un Vendrame, o Beltrame, pellicciajo, ed a costui dice la cronaca del Savina, venne donata la casa grande de Santi Apostoli in colonne, appiè del ponte, che fu de Marin Falier pòim indegno dose. Anche un’ altra cronaca dice che la casa di Marino era quella dalle colonne, al Ponte dei Santi Apostoli. Scrive però il Sanudo che questa casa non fu donata a Beltrame, ma bensì alla chiesa dei Santi Apostoli, e che probabilmente venne ricomperata in seguito dalla famiglia Falier, poiché ai tempi in cui egli scriveva, era posseduta dalla famiglia stessa. Essa conserva di antico i due veroni del centro, alquante medaglie simboliche, e l’arma dei Falier. (2)

Innalza questa casa due scudi diversi, il primo diviso d’oro e di argento, col secondo quarto d’azzurro, ed è quello sottoposto al ritratto del nostro doge: il secondo ha aggiunta una fascia vermiglia, carica di tre gigli d’oro, che anticamente erano tre conchiglie. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872

I dogi della famiglia:

Vitale Faliero. Doge XXXII. Anni 1084-1096
Ordelafo Faliero. Doge XXXIV. Anni 1102-1118
Marino Faliero. Doge LV. Anni 1354-1355
La congiura del doge Marino Faliero

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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