Il Leone di San Marco in mołèca

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Mosaico con il Leone di San Marco (sornione) in mołeca, catino del volto minore nell'angolo sinistro della facciata principale della Basilica di San Marco

Il Leone di San Marco in mołèca

L’aspetto del Leone alato, nel leon in mołèca, è cosi detto perché rassomiglia ad un granchio che abbonda nelle nostre lagune. Il popolo veneziano attribuisce il nome di molèca al granchio, quando questo animale si spoglia del proprio guscio, e resta coperto di una membrana molle, quindi molèca dalla voce italiana molle.

Il Leon in mołèca è costituito dalla testa che si presenta di prospetto, sporgente fra le due ali semi spiegate, e dalle due zampe anteriori tenenti il libro del Vangelo di San Marco, ora chiuso, ora aperto.

Questa forma bizzarra data al nostro leone alato, comparve per la prima volta sul soldo d’argento, battuto nell’anno 1370 sotto il doge Andrea Contarini, la qual forma essendo quasi circolare, si adattava alla rotondità delle monete. In seguito venne usata in quasi tutte le monete d’argento e di rame, e per i timbri e i sigilli delle pubbliche autorità fino al termine della Repubblica (1797), mentre prima, dal doge Francesco Dandolo (1329) in poi, si usava improntare sopra tutte le monete indistintamente il leone rampante. (1)

(1) Nicolò Erizzo. Relazione Storico Critica della Torre dell’Orologio di San Marco corredata di documenti autentici ed inediti. Venezia Tipografia del Commercio 1860.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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