Le patere antiche del Fontego dei Turchi
Le patere, infisse sulla facciata prospiciente il Canal Grande del Fontego dei Turchi, furono raccolte in una casa a San Francesco dal signor Locatelli in numero di diciasette ed a Meolo in numero di quattro; ne furono donate tredici dal conte Venceslao Martinengo dalle Palle, e se ne trovarono fra i ruderi sei, per cui unitevi le due avute dal Palazzo Donà a San Stin, si raggiunde l’originario numero di quaratadue.
Delle due patere convesse, all’estremità della loggia superiore, una esisteva al suo posto e l’altra fu asportata e si vede ancora all’esterno dell’abside della chiesa di San Giacomo dell’Orio, di questa fu fatto un calco esatto, mediante il quale fu riprodotta in marmo greco, e la riproduzione fu messa al suo posto in sostituzione dell’antica. (1)
Le cinquantuno patere, comprese quelle bombate e quelle delle torricelle, tutte con simboli zoomorfici, fitomorfici e antropomorfici, si possono così descrivere nelle loro figurazioni: sei patere con due uccelli con i colli attorcigliati (simbolo di concordia); dieci patere con due uccelli affrontati o addorsati; dodici patere con un uccello che becca un animale sottostante; quattro patere con un felide che azzanna un altro animale (simbolo della forza divina che domina e vince); altre patere con soggetti diversi quali: grifoni, uccello con pesce, un uomo azzannato da un leone, un’aquila, ecc.
(1) Federico Berchet. Sui restauri del Fondaco dei Turchi. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti. Venezia 1887
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