Il “canestrelo” (pettine di mare)

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Canestelli

Il “canestrelo” (pettine di mare)

I pettini Aequipecten opercularis, Mimachlamys varia e Flexopecten glaber, chiamati localmente tutti canestreli, sono molluschi graditissimi al popolo veneziano, che li consuma sia crudi che cotti, in tal caso fritti. Venevano pescati in molti dei principali canali lagunari con la cassa da ostriche, o cassa da canesteli, obiettivamente uguale. Il canestrelo di laguna veniva molto apprezzto crudo, mentre quello di mare si vendeva già sgusciato per una gustosa frittura.

Con i nomi di ostreghèro e cassa da ostreghe si conoscono due attrezzi da pesca che con le ostriche hanno un rapporto marginale. L’ostreghèro e una rete a strascico molto piombata con la quale in laguna si catturavano soprattutto i pesci piatti come sogliole, , anguille e qualche ostrica, e in mare soprattutto sogliole, rombi e occasionalmente ostriche. La cassa da ostiche era invece molto meno catturante per i pesci, in quanto avanzava lentamente penetrando un dito nel terreno, dove raccoglieva abbondanti i canastrelli e in minor quantità le ostriche. Queste, quando c’erano in laguna, si raccoglievano per lo più a mano con la bassa marea oppure, con l’acqua alta e limpida, adoperando la brancarèla, una vecchia fiocina piegata ad angolo con la quale dalla barca si raccoglievano ad una ad una. (1)

(1) La pesca in Laguna. La collezione storica di Minni e Marella. Centro Culturale Candiani 2019.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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