La pesca a “trata” (sciabica)

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Modello d'imbarcazione per la tratta dei pescatori di Burano. La pesca in Laguna. La collezione storica di Minni e Marella. Centro Culturale Candiani 2019.

La pesca a “trata” (sciabica)

La rete conosciuta sulla costa veneta come trata, e altrova come sciabica, si impiegava sui nostri litorali in una forma mista tra la circuizione e lo strascico, fin dall’epoca romana.

Nelle sue dimensioni maggiori comprendeva due funi di circa 700 metri, ciascuna composta da varie “reste” di 80 metri ciascuna (cavi di canapa dello spessore di un dito mignolo), e una rete lunga circa 640 metri, con un’altezza centrale di 7, degradante a 3 verso le estremità, guarnita di sugheri superiormente e, sul lato inferiore, di piccoli piombi. Il tutto viaggiava lungo le spiagge sulla prua di un’apposita barca, vogata da otto uomini.

Filato il primo cavo verso il largo, calata la rete parallela alla riva, si riportava a terra il secondo cavo e gli uomini iniziavano il lento recupero. Questa pesca si effettuava soprattutto di notte, da marzo fino a ottobre, e le specie pescate variavano con le stagioni e con lo stato del mare. (1)

(1) La pesca in Laguna. La collezione storica di Minni e Marella. Centro Culturale Candiani 2019.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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