La farmacia all’insegna dell’ Adamo ed Eva, in Frezzaria al Ponte dei Barcaroli, nel Sestiere di San Marco

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La Frezzaria verso il Ponte dei Barcaroli. Sestiere di San Marco

La farmacia all’insegna dell’Adamo ed Eva, in Frezzaria al Ponte dei Barcaroli, nel Sestiere di San Marco

La farmacia all’insegna dell’Adamo e Eva era situata in Frezzaria per andare al ponte dei Barcaroli, venne aperta probabilmente nel 1706 e nel 1781 venne acquistata da Vincenzo Dandolo.

Vincenzo Dandolo nacque nel 1758 da un ebreo convertito, di nome Abramo Uxiel, che ebbe come padrino di battesimo un patrizio veneziano e, come si usava allora, ne acquistò il cognome Dandolo. Rimase orfano prima del padre, che era titolare di una bottega farmaceutica e aveva seguito corsi di chimica all’ateneo patavino, e poi anche la madre. Dopo la morte de genitori Vincenzo si recò a Padova. Lontano da casa e senza alcun sostegno familiare, gli anni del soggiorno padovano non furono facili, Ma Vincenzo era un giovane di ingegno e di buona volontà e non si perse d’animo. Nel 1775, appena diciasettenne, sostenne l’esame di farmacista e fu approvato dal Collegio degli Speziali di Padova “con solenne dispensa dall’età”.

Tornò poi a Venezia, fece un apprendistato triennale in condizioni di autentica miseria, presso la spezieria dell’Ombrella, in Campo San Stefano. Nel 1778 superò a pieni voti l’esame di farmacista anche a Venezia, come risulta dalla Mariegola degli Speziali. In questa farmacia, attrezzata come un vero laboratorio di chimica, il giovane più che ventenne, svolse approfondite ricerche sulla china rossa peruviana e sulle sue proprietà terapeutiche, che riassunse poi in un volume che gli fruttò notevole fortuna.

Nel 1781 acquistò, grazie anche ai prestiti di alcuni amici, la famosa “spezieria di Adamo ed Eva”, posta poco distante dal teatro La Fenice in campo San Fantin. Trasformò ben presto la sua farmacia in un autentico cenacolo culturale, dove ogni sera si intratteneva volentieri con suoi amici più cari. Basta ricordare del resto che essa era sita lungo l’asse centrale della conversazione veneziana, dalle Procuratie alla Frezzaria, dove non c’era un numero civico che non ospitasse un salotto, un casino, un caffè. (1)

Oltre alla china polverizzata, e venduta in vasetti di vetro tutti marcati e sigillati, la farmacia era specializzata nella produzione e vendita  del precipitato rosso di mercurio, molto richiesto nel levante poiché usato nella cosmesi, l’acido nitrico utilizzato nell’oreficeria, l’acqua forte (nitrato di mercurio) usata per dare resistenza ai feltri, e il sale composto (magnesia) ad uso di Modena.

La spezieria all’Adamo e Eva era anche specializzata per la vendita di acque minerali; l’acqua di Recoaro (acidula, ferruginosa, con leggiero sapore di zolfo) era venduta in bocce “suggelate alla fonte con pubblico requisito“, l’acqua di Cilla (ducato di Stiria), l’acqua della Vergine (Abano), l’acqua di Nocera (Umbria) venduta in fiaschi, l’acqua di Brandola (Monti di Modena), e “ogni altra acqua minerale“.

Nel 1797, con la caduta della Repubblica, Vincenzo Dandolo cedeva la farmacia e si ritirava a Varese.

(1) Ivana Pederzani. I Dandolo. Dall’Italia dei Lumi al Risorgimento. Franco Angeli Editore. 2014

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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