
Società Veneziana per l’Industria delle Conterie, in Calle de le Conterie, a Murano
Secondo la tradizione, le prime perle veneziane risalgono a Marco Polo. Nel 1308 i fabbricanti di perle si riunirono nell`Arte dei Margariteri e produssero i così detti paternostri, dal primitivo uso delle perle per i rosari da esportare in Terra Santa. Nel 1345 i bambini erano autorizzati a preparare la canna di vetro, che poi veniva tagliata per fare le perle, e le donne a lavorarle e a formarne collane, le impiraresse, che adoperavano un pettine particolare. La canna da vetro era preparata a Murano ma era lavorata a Venezia, nella zona di San Francesco della Vigna, dove ancor oggi esiste l`altare della Scuola dedicato a Sant`Antonio abate. Le conterie, fonte di ricchezza per Venezia, si affinarono e dilagavano in tutto il mondo facendo concorrenza alle pietre vere in preziosi gioielli. Alti e bassi nella produzione, concorrenze continue e sleali, novità accompagnano l’arte delle conterie che nell`Ottocento, con l`avvento della produzione industriale e della chimica, riprese fiato rinnovandosi.
Nel 1898, 14 imprese del settore si riunirono nella Società Veneziana per l’Industria delle Conterie, che realizzò alcune delle costruzioni più rappresentative dell`edilizia industriale di Murano. La struttura più imponente fu il grande capannone, oggi recuperato per l’edilizia convenzionata, con diciotto forni a gas che servivano ad arrotondare le perle. Nel 1902 mille addetti, di cui 250 donne, producevano 45.000 quintali di perle per tutti i mercati. Le guerre, gli alti costi e ragioni contingenti fecero chiudere le conterie nel 1993. (1)
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