Cristalleria Franchetti poi Società Anonima Cristalleria Murano, in Fondamenta Daniele Manin, a Murano

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Ex Cristalleria Franchetti poi Società Anonima Cristalleria Murano. Fondamenta Daniele Manin - Isola di Murano

Cristalleria Franchetti poi Società Anonima Cristalleria Murano, in Fondamenta Daniele Manin, a Murano

All’estremità di Murano, nell’area tra il Rio dei Vetrai e la laguna a sud-est dell’isola, sorgeva un monastero che era abitato anticamente da monaci agostiniani, ed era chiamato San Nicolò della Torre, per una torre eminente che era piantata nel mezzo. Partiti i monaci agostiniani, nel secolo XIV, subentrarono delle monache benedettine, ma la vita che conducevano era così biasimevole che il papa Eugenio IV nel 1439 ordinò che ne fossero scacciate. Subentrarono delle francescane, fatte venire dal monastero di Santa Chiara di Treviso che, con l’esemplare loro condotta compensarono al disordine delle benedettine. La chiesa venne rinnovata e consacrata a Dio ed a Santa Chiara nel 1519 dal patriarca di Aquileia. Chiesa e monastero soppressi nel 1810 passarono in proprietà del Regio Demanio e nel 1826 acquistati dai signori Marietti di Milano, fatti servire come nuova fabbrica vetraia. (1)

La Marietti s’installò nell’ex monastero nel 1827, con l’obiettivo di fabbricare lastre “all’uso di Francia e di Germania“, di bottiglie e di campane di vetro. I dipendenti più qualificati provenivano, soprattutto nei primi tempi, da vetrerie francesi, tedesche e del Canton Ticino. Nel 1837 i Marietti si ritirarono e la ditta continuò col nome Cessionari Marietti. In quel periodo la fabbrica era al culmine della sua forza lavorativa: 230 dipendenti. Nel 1843 adottò un sistema non discontinuo per la distensione delle lastre e nel 1853 introdusse una macchina a vapore per la triturazione delle materie prime. Quando nel 1859 il Veneto fu separato dalla Lombardia venne a mancare un importante mercato per la fabbrica, e cominciò il suo declino, chiuse nel 1880. (2)

Il 22 aprile 1882 si costituì la Società Anonima Vetreria Veneziana in Murano, per la produzione di cristalleria da tavola di uso comune, con l’acquisto da parte di Moisè Errera della fabbrica ex Marietti. Ci fu subito bisogno di nuovi capitali, perché i primi furono utilizzati per l’acquisto degli stabili e dei macchinari, ma i soci, non accettarono e la società fu messa presto in liquidazione. Per fortuna, uno degli azionisti, il barone Raimondo Franchetti acquistò lo stabilimento nel maggio 1884. La nuova fabbrica, conosciuta da allora come “Vetreria Franchetti“, predispose un catalogo dei suoi prodotti dove erano illustrati: bicchieri stampati, bottiglie stampate, pesciere, ampolle, saliere, candelieri, bugie, zuccheriere, vasi per fiori, boccette da toilette, fruttiere, pomoli, servizi per birra, servizi per liquori, brocche, vasi per confetti, vasi per conserve, copri formaggio, servizi mensa da bordo.

Nei primi anni del ‘900 si costituì a Milano la Società Anonima Cristallerie e Vetrerie Riunite che comprendeva i maggiori produttori nazionali di vetro del tempo, tra cui anche la la Società Anonima Vetreria Veneziana. Nel 1912 a causa della scarsa organizzazione industriale e commerciale la Società Anonima Cristallerie e Vetrerie Riunite finì in liquidazione.

Lo stabilimento di Murano fu acquistato nel 1913 da una nuova società, la Società Cristalleria e Vetreria Veneziana già Franchetti, di cui era presidente il cav. Luciano Barbon. Nel 1914, un giornale locale riportò l’elenco dei principali prodotti, illustrati in un album di 109 tavole. In questi disegni erano rappresentati tra l’altro: servizi da tavola, composti di brocca, bottiglia, ampolla, compostiera, copri frutta e formaggi, bicchieri con gambo e piede con incisioni differente, guillochages di fascette decorative, monogrammi e corone nobiliari per incisioni, articoli per la Regia Marina, finimenti da notte (piatto, bottiglia e bicchiere), da liquori (vassoio, bottiglie e bicchierini), bicchieri senza piede, bicchieri per birra, vasi da fiori, porta frutta e bomboni, burriere, pesciere, coppe per fragole, pigliamosche, zuccheriere, pappagalli, candeliere, bugie, portauova, poggia posate, portacenere, spremilimoni, saliere, tazze per calamai.

Nel 1919 la Cristalleria assunse il nome di Società Anonima Cristalleria Murano e poco dopo si fuse con la Società Italiana Vetri Speciali, sorta nel 1917 con Giuseppe Toso consigliere delegato, che derivava dalla “Vetreria Toso“, che produceva fialoni per ipodermoclisi, tubo per file da iniezioni, vetreria per uso chimico, fisico e batteriologico, che il Toso aveva aperto in proprio nel 1916. Nel 1923/25 la società iniziò la produzione di vetri per l’illuminazione elettrica e i di vetri speciali, vetri che non permettevano ai medicamenti di alterarsi a contatto con lo stesso.

Lavori di ampliamento dello stabilimento portarono, negli anni 1923/24, alla demolizione del chiostro di Santa Chiara, la Soprintendenza approvò la richiesta con modifiche e pose come condizione il recupero e il trasferimento, a spese della società, di quanto rimaneva del chiostro presso la chiesa di San Pietro di Murano. Nel 1930 si diede il via alla ricomposizione dei resti del chiostro presso il nuovo patronato della chiesa.

Dopo la II Guerra Mondiale, la Società risorse come Azienda Vetraria Italiana S.r.l., trasformata più tardi in società per azioni cambiando la denominazione in Cristalleria Murano S.A. Dagli anni ’60 ebbe inizio un notevole calo occupazionale e nel periodo che seguì molte aziende muranesi cessarono la loro attività, tra queste anche la Cristalleria Murano che nel 1967 cessò definitivamente la produzione. L’area ex Franchetti venne frazionata e venduta nel 1977 a diversi acquirenti. (3)

(1) Cesare Zangirolami. Storia delle Chiese dei monasteri delle scuole di Venezia rapinate e distrutte da Napoleone Bonaparte.

(2) http://xoomer.virgilio.it/pazecchi/Marietti.html

(3) Sandro Zecchin e Vettore Zaniol. La cristalleria Franchetti a Murano

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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