I riti del Sabato Santo nella Basilica di San Marco, durante la Serenissima

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La Deposizione di Cristo. Basilica di San Marco, lunettone superiore della facciata. A. Gaetano su cartone di Maffeo da Verona.

I riti del Sabato Santo nella Basilica di San Marco, durante la Serenissima

Il giorno del Sabato Santo, benedetto il cero pasquale e cantate cinque profezie, si celebrava al battistero la benedizione del fonte, cerimonia alla quale partecipava il doge con la Signoria. In basilica, tolti i lugubri e luttuosi drappi neri, era aperta la Pala d’Oro, venivano rimessi il raso cremesino al trono ducale, e i tappetti attorno al coro.

Dopo la benedizione del fonte, il Serenissimo usciva dalla basilica al canto del Te Deum e sostava davanti al portale maggiore. Un diacono, con in mano il cero pasquale, diceva “Attendite!”. E, mossi prima tre passi, poi altri tre, ripeteva alzando gradualmente il suono della voce: “Attendite!”.

Quindi, con la fiamma del cero, il diacono bruciava certa stoppa di lino, che stava appesa, e che si consumava in un batter d’occhio. Ricordava quest’atto simbolicamente ai presenti di praticare l’umiltà, non essendo l’uomo altro che cenere. Seguiva una messa solenne. Infine, alla sera, con candele in mano, gli ecclesiastici della basilica levavano i veli neri che coprivano l’Ostia consacrata e li sostituivano con veli bianchi, al canto del Resurrexi.

(1) LINA URBAN. Processioni e feste dogali. Fondazione Giorgio Cini, Regione Veneto, Neri Pozza Editore. (Neri Pozza Editore, 2008).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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