I riti del Giovedì Santo nella Basilica di San Marco, durante la Serenissima

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Jacopo Robusti detto il Tintoretto. La Lavanda dei Piedi. National Gallery Londra (foto dalla rete)

I riti del Giovedì Santo nella Basilica di San Marco, durante la Serenissima

Nella prima ora dopo il tramonto del sole si raccoglievano in Piazza San Marco le sei Scuole grandi coi rispettivi “Magnifici Guardiani” vestiti di cremisino.

Ad ogni cero e ad ogni asta di fanaletto era legato un lungo nastro di seta nera, i gonfaloni erano coperti di velo nero, e per la Piazza si udiva soltanto il mormorio nella grande folla raccolta. Accesi i ceri, accesi i fanaletti, la processione “circuiva intorno et con molta divotione andava verso la chiesa“, lenta, solenne, silenziosa.

Giunta nell’atrio, “uno dei procuratori di Santo Marco in un pergolo (pulpito) mostra a coloro ch’entrano di mano in mano, il sangue miracoloso di Christo in una impolletta il quale si ebbe da Barutti come scrive il cardinale Contarini“. Difatti la preziosa reliquia, oggi nel Tesoro di San Marco, era stata recata da Beirut, città del Libano, nel 1356 da alcuni mercanti veneziani, e ogni Giovedì Santo era esposta alla devozione dei fedeli. E i fedeli delle Confraternite entrando in chiesa e passando dinanzi alla reliquia “per divotione si vanno battendo le spalle cum forti bastoni, tasendo sempre et solo battendo“.

In quella sera di devozione nella chiesa di San Marco non potevano entrare le donne, e racconta un libro curioso del 1612 di Domenico Farri: “Delle cose notabili che sono in Venetia“, che le donne non potevano stare nemmeno in Piazza durante le funzioni della sera. Però, quasi a titolo di compenso, nella giornata che precedeva la festa dell’Ascensione la santa reliquia del sangue miracoloso di Cristo era mostrata alle sole donne, “et a li huomini hera vietata la entrata in sancto Marco“. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 9 aprile 1925.

FOTO: dalla rete. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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