Francesco Donato (o Donà). Doge LXXIX. Anni 1545-1553

0
2786

Francesco Donato (o Donà). Doge LXXIX. Anni 1545-1553

Nell’ascendere al trono Francesco Donato, il dì 24 novembre 1545, trovava lo Stato tranquillo, ed in questa tranquillità si mantenne durante il suo ducato. Imperocché alle guerre che agitavano principalmente la Germania per le rivolte dei protestanti, e l’Italia per le perpetue gare tra il re di Francia e l’imperatore, non prese parte la Repubblica, contenta di schermirsi agli inviti che le facevano quando l’uno e quando l’altro per aversela alleata.

Le differenze insorte con Solimano intorno ai confini della Dalmazia venivano appianate nel 1550, a mezzo di Luigi Venier spedito a Costantinopoli, a merito del quale furono restituiti alla Repubblica quarantanove villaggi del territorio di Zara, occupati dai Turchi.

La profonda pace allora goduta fu cagione, che venisse ornata la città di sontuosi edifici, che tuttavia attestano la grandezza della Repubblica, il suo genio e l’amor suo alle arti gentili.

Quindi la libreria di San Marco si continuava ad innalzare dal Sansovino, e per grave sciagura, il di 18 dicembrc 1545, cadeva l’angolo di essa, per lo che sofferse 1’architetto prigionia, ma tosto liberato, riparò maestrevolmente a quella jattura. Si compievano pure la Zecca; e la grande facciata sul cortile del Palazzo ducale riceveva l’ultima mano, per opera di Antonio Scarpagnino, siccome narrammo al capo XIV della storia di quell’edificio. Anche le fabbriche nuove di Rialto si murarono dal 1552 al 1555, e d’altra parte si elevava, nel 1550, la chiesa di San Giorgio degli Schiavoni; e Palladio, due anni dopo, costruiva il monastero della Carità, opera insigne laterizia. Ed a gara andavano anche i nobili nell’edificare ed ornare i propri palazzi, imperocché fu intorno a quest’epoca, che il Palladio, il Sansovino e lo Scarpagnino citati, il Sanmicheli ed altri egregi architettori eressero i palazzi Loredano, Cornaro, Dolfino, Da Ponte, Grimani ec, e sì questi come i templi fornivano di loro tele stupende, Tiziano, Bonifazio, Paolo, lo Schiavone, il Tintoretto, Jacopo Bassano, ed altri infiniti pittori, sicché erasi aperto un vasto campo agli ingegni, che qui adjuvati e sorretti pullulavano meravigliosamente.

In così prospero stato lasciava la Repubblica Francesco Donato, allorché morte lo incolse nell’età sua di anni 85, il dì 23 maggio 1553, lodato in funere da suo nipote Giovanni Donato, e sepolto nella chiesa di Santa Maria dei Servi.

Durante il suo ducato si instituirono le Magistrature seguenti. Nel 1548, il Collegio dei XII del corpo delli XL, al quale furono demandate le cause sino alla somma di ducati 200, e poscia nel 1668, fino a quella di ducati 400, e ciò in sollievo del Collegio dei XXX. Nel 1550, onde impedire la diffusione degli errori di Lutero e di Calvino, si crearono, ovveramente si regolarono i Tre savi assistenti contro l’Eresia, i quali, pel concordato stabilito, l’anno seguente, con papa Giulio III, dovevano assistere alla formazione dei processi ed a tutte le deliberazioni del santo uffizio. L’anno dopo, 1551, si ordinarono li due Provveditori sopra gli ori, argenti e monete, ai quali se ne aggiunse un terzo nel 1607, con l’incarico di sorvegliare alle monete in corso, ed ai metalli preziosi che giungessero nella capitale. L’anno stesso si istituirono sei pubbliche scuole, una per sestiere onde la gioventù apparasse grammatica e lettere umane.

Non lasceremo di notare da ultimo, che nel gennaio 1548, e così l’anno seguente, gelò la laguna in guisa che si andava a piedi alla Giudecca ed a Murano.

Gira intorno al ritratto del Donato l’inscrizione seguente, in alcuna parte diversa da quella riportata dal Sansovino e dal Palazzi, i quali, dopo 1′exornata, aggiungono omni belli suspitione semota; e dopo principatus anno, scrivono, vitae amplius octuagesimo :

CVRIAE PARTE LVCVLENTO AEDIFICIO EXORAVTA . DVM RESPVB. SVB MEA SALVTARI
TVTELA SECVRE ADMODVM RESPIRARET VII PRINCIPATVS ANO, IN VNA PVBLICAE SALVTIS
ATQUE OPVLENTIAE CVRA EXCVBATE, MORS OPPRESS1T. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

SHARE

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.