Le maschere della Commedia dell’Arte, Pantalone

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Le maschere della Commedia dell’Arte, Pantalone

Assai discussi sono l’origine e il nome di questa maschera veneziana, rimasta famosa anche per avere battezzato il più tipico indumento maschile: secondo taluni si tratterebbe, nientemeno, che di una caratterizzazione popolare del più antico protettore della città, San Pantaleone; altri la deriverebbero invece dallo scherzoso appellativo di pantaleone, col quale venivano beffati nei porti del Mediterraneo i mercanti veneziani, inesauribili nel collocare in ogni luogo il leone di San Marco, simbolo della loro Repubblica. Benché taluni lineamenti di questa maschera già si ritrovino nelle figure di libertini creduli, beffeggiati e eternamente malcontenti dell’antico teatro classico, e numerose analogie già si riscontrino nella figura del bolognese dottor Ballanzone e in alcuni personaggi di Molière quali Gorgibus, Arpagone e Sganarello, si può senz’altro dire che Pantaleone è, nelle virtù e nei difetti, la maschera nazionale della Serenissima, prova sia che il costume mutò numerosissime volte nel tempo, ma rimase intatta la zimarra nera adottata in segno di lutto quando Venezia dovette cedere ai Turchi il Negroponte (Eubea).

Pantaleone è sempre d’età avanzata, talora scapolo con tutto il ridicolo di chi, ormai maturo, vuol piacere ancora: talora padre di due ragazze, Isabella e Rosaura, oppure Camilla e Smeraldina, assai difficili da tenere a freno. Raramente povero, egli ha tuttavia figurato nei più diversi gradi della fortuna, dall’archivio figurato nei più diversi gradi della fortuna, dall’arricchito burbanzoso e sputasentenze al borghese di modeste sostanze che tuttavia non rinunzia a figurare più di quello che è. Avaro e diffidente (non a caso fu battezzato col cognome dei Bisognosi), perde però ogni cautela quando gli si offre il caso di far sfoggio della sua autorevolezza, intromettendosi in dispute e alterchi, e, puntualmente, finisce col ricevere busse da entrambi i contendenti. (1)

(1) Maschere del Nostro Teatro. Edizioni Laboratori Farmaceutici Maestretti Milano(1954).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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