Una serata di carnevale dell’anno 1500

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Palazzo Gritti Badoer in Campo Bandiera e Moro o de la Bragora - Sestiere di San Marco

Una serata di carnevale dell’anno 1500

Narra il Sanudo “Ieri sera, 25 fevrer 1500, fo fato uno disnar di zoveni compagni senza done da sier Luca Gritti quondam sier Homobon de san Zuane in Bragola“.

I patrizi avevano lasciato il sussiego della toga adottando per quella sera le vesti dei nobili non ancora ammessi al Maggior Consiglio, e due o tre cittadini fra i quali il ricco Gaspare Miotti, compagni del convito, vestivano all’ultima moda:

“Coi so bragoni fatti a campanella,
Coi ziponi tirai zo a la spagnola,
Coi rizzi, che i par tante putanelle”.

La cena era stata lauta e gioconda, forse un po’ troppo per il gran vino bevuto, e verso le due ore di notte sier Zuan Moro, “el cassier del Colegio“, propose di accompagnare tutta l’allegra brigata da una sua buona amica, “honorata cortigiana“, tale Anzola Chagaincalle che abitava insieme alle due sorelle Tirapiede e a Livia Basadonna in Campo San Provolo dietro la chiesa. La proposta fu accolta e la comitiva si mise in cammino.

Giunti alla porta di Anzola udirono venir dalla casa suoni di pifferi e canti; salirono e trovarono sier Zacaria Priuli, Andrea Vendramin e Bernardo Venier che ballavano allegramente con le donne. Ai nuovi venuti furono liete le accoglienze, ma sier Bernardo, giovane superbo e prepotente, seccato di quei cittadini che accompagnavano i patrizi, prese a dileggiare Gaspare Miotti per il suo vestito ricercato, il giubbone aperto che lasciava vedere la “camiscia recamada da femeno“, e il berretto piumato. Le difese del Miotti le pigliò sier Moro, ma il Venier, vedendosi contrariato, passò dal dileggio alla rabbia, e preso un coltello “ferite su la faza il patricio” prima che gli altri potessero interporsi nella contesa.

Bernardo fu arrestato e bandito per dieci anni dal dominio e sier Moro ebbe la faccia guasta per tutta la vita. “Tuti doi hanno bellissime done per moier et si parlò assai dil fatto. El zovene de ca’ Miotti zurò de non vestir più a la moda de Spagna“. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 26 gennaio 1926.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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