Scuola dei sartori (sarti) sotto l’invocazione di Santa Barbara e Sant’Omobono

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Scuola dei Sartori sotto l'invocazione di Santa Barbara e Sant'Omobono - Cannaregio

Scuola dei sartori (sarti) sotto l’invocazione di Santa Barbara e Sant’Omobono. Scuola secolarizzata

Questa scuola aveva un altare nella Chiesa di Santa Maria Assunta dei Gesuiti e una sede propria accanto alla chiesa. Erano suddivisi in tre ”Colonnelli”: sartori da veste; da calza; giuponeri (giubettai). Nel 1773 quest’arte contava 781 addetti così suddivisi: 2 garzoni, 200 lavoranti, 279 capimastri e 300 mistre (maestre), ripartiti in 172 botteghe. Potevano esercitare il mestiere solo i capi maestri che avevano superato la prova d’arte. Sant’Omobono, era figlio di un sarto e mercante d’abiti, esercitò l’arte del padre e si dedicò all’elemosina dei poveri. Presso l’ospedale della scuola, in fondamenta dei Sarti, è raffigurato in un bassorilievo, con in mano le forbici e un sacchetto di denaro. (1)

Storia della scuola

Vi si scorgono tuttora scolpite sul prospetto le forbici, insegna dei Sarti, ma più non vi si scorge un buon basso rilievo, con iscrizione dell’anno 1612, il quale nel 1821 fu levato, riducendosi a balconi la porta. La stanza terrena di detta scuola presentava una tavola d’altare del Bonifacio (ora in Palazzo Reale), ed intorno ai muri un fregio con la vita di Santa Barbara, opera della prima puerizia del Tintoretto, nonché, in mezzo al soffitto, il Padre Eterno con molti angeli, i quattro Dottori, ed i quattro Evangelisti, della scuola di Tiziano. Nel di sopra si ammirava poi un quadro di Giorgione. (2)

Visita della scuola (1733)

Nella stanza terrena la tavola dell’altare contiene la Madonna, e i Santi Giovambattista, Barbara ed Omobuono, che dà elemosina ad un povero opera rarissima, e conservata di Bonifazio fatta sul gusto del Palma Vecchio. Intorno la detta stanza vi è un fregio con la Vita di Santa Barbara della puerizia del Tintoretto. vi è nel mezzo del soffitto il Padre Eterno con molti angeli, con li quattro Evangelo, e quattro dottori, della scuola di Tiziano. Nel salotto di sopra vi è un quadro con la Madonna, e i Santi Giuseppe, e Barbara, ed un ritratto opera preziosissima di Giorgione, vi è ancora un gonfalonetto di Giovanni Segalla. (3)

(1) GASTONE VIO. Le Scuole Piccole nelle Venezia dei Dogi (2012). Ed altre fonti

(2) GIUSEPPE TASSINI. Edifici di Venezia. Distrutti o vòlti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati. (Reale Tipografia Giovanni Cecchini. Venezia 1885).

(3) ANTONIO MARIA ZANETTI. Descrizione di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia ossia Rinnovazione delle Ricche Miniere di Marco Boschini (Pietro Bassaglia al segno di Salamandra – Venezia 1733)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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