Famiglia Balbi
Dalla Gente Balba o Balbina di Roma trasse i suoi natali questa famiglia. Si trasferì, come attesta il Frescot, prima in Pavia, di là in Aquileia, poi in Venezia, dove fu da prima chiamata dei Babulani, Bachani, Bolabani, Balzibani. Ciò viene confermato da Antonio Maria Spelta, Girolamo Rossi, Gianfrancesco Palladio, Francesco Braccolini, Pierantonio Moti, e Pietro Giustiniani. Tiene questa casa un magnifico palazzo nel più bel sito del canal grande, e di presente si trova così diramata, che forse nessuno altra famiglia veneta la supera nel numero dei suoi personaggi. Da questa prosapia discendono i Balbi ascritti alla cittadinanza originaria. (1)
Balbi dai due Ponti. Tra le cariche e le dignità sostenute dagli antenati di questa stirpe non si trova quella di doge, compaiono però quelle di savio grande del Maggior Consiglio, di cavalieri della Stola d’oro, di ambasciatori, di generali marittimi, di senatori e di membri del le quarantie.
Balbi dalla Tressa o Valier. Ha comune l’origine con la precedente. Il ramo da cui procedono i sotto descritti nell’anno 1755 assunse il cognome anche di Valier per disposizione testamentaria di un individuo di questo cospicuo casato, che lo instituì erede di tutta la sua facoltà. Conta questa famiglia vari individui che si sono segnalati nel servire e la patria e lo stato, come condottieri di truppe, ambasciatori ed altre primarie cariche. Marco Balbi era arcivescovo di Corfù, e Girolamo, padre del sotto nominato Marco, servì sempre nell’armata navale, coperse il generalato della Dalmazia ed Albania, fu destinato a patron dell’Arsenale carica di somma importanza e gelosia, e finì la gloriosa sua carriera come consigliere a lato del doge, e inquisitore di stato. Era stato con diploma 28 marzo 1760 dall’imperatrice Maria Teresa aggregato con la sua discendenza alla nobile cittadinanza di Mantova. Essendo passata in questa famiglia l’ultima superstite dell’illustre famiglia patrizia Duodo, si ritiene anche in possesso del titolo di conte conferito dall’imperatore Rodolfo II a Pietro e Lodovico Duodo ed ai loro discendenti di ambo i sessi; nonché della baronìa di Carazzula in Corfù, di cui con diploma 5 settembre 1721 furono investiti dal veneto governo i patrizi Niccolò Francesco e Pietro fratelli Duodo a titolo di feudo. (2)
Lo stemma gentilizio della famiglia Balbi, secondo la descrizione data dal Freschot, era: “alza la famiglia Balbi una doppia impresa, una in campo vermiglio di una fascia mezza d’oro, e mezza di azzurro, altra in campo d’oro d’una Dolce (lupa) negra con lingua, e artigli rossi. Alcuni la fanno Leonessa, il Cimiere un Leone nascente“. (3)
(1) Antonio Longo. Dell’origine e provenienza dei cittadini originari. Venezia Tipografia Gasali 1817.
(2) Francesco Schroder. Repertorio genealogico delle famiglie confermate Nobili. Tipografia di Alvisopoli 1821
(3) Casimiro Frescot. La Nobiltà Veneta ossia Tutte le Famiglie Patrizie con le figure de suoi Scudi e Arme. Venezia 1707
Dall’alto in basso, da sinistra a destra: Fondamente Nove, 5031 (Cannaregio) – Rio de Santa Caterina, 4875 (Cannaregio) – Fondamente Nove, 5031 (Cannaregio) – Fondamenta Bragadin, 629 (Dorsoduro).
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