La Poltrona di Attila, nella Piazza di Torcello

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La sedia di Attila. Piazza Torcello. Isola di Torcello

La Poltrona di Attila, nella Piazza di Torcello

Sta in mezzo alla piazza di Torcello un antico seggiolone di pietra di un sol pezzo a bracciuoli, ove si scorge ancora l’impronta mal sicura di uno stemma. Il volgo lo chiama la Poltrona di Attila, ignaro che Attila non pose mai piede nell’isola.

Varie furono e sono le opinioni intorno a questa scranna marmorea, che non mostra per certo le impronte di una veneranda antichità. I più opinano avesse appartenuto agli antichi tribuni rettori dell’isola, in antecedenza all’epoca dei Podestà, per sedervisi allora che si accingevano a rendere giustizia in publico. Ma più che monumento dei publici placiti, si ritiene, appunto perchè di pietra, una sedia vescovile, volendo forse con la scultura nella pietra alludere alle parole del vangelo. “Ed io ti dico: tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa“, onde questo seggiolone sarebbe stato poi da un tempio qualunque trasferito in piazza.

Altri finalmente, pure ad uso vescovile, ma come cattedra d’obbligo secondo le prescrizioni dell’antico rito patriarchino, (così detto perchè proprio del Patriarca di Grado) che durò fino alla metà del secolo XV nelle chiese dell’Estuario. Sullo schienale si scorge infatti una rozza incisione dello stemma di Torcello, più in basso sul dinanzi rilevasi l’incisione sbiadita di un altro stemma diviso orizzontalmente in due campi, il superiore con una croce, e l’inferiore con una curva indecifrabile, stemma senza alcun dubbio, di un qualche Vescovo Torcellano.

Il sito presentemente occupato da questa scranna tanto rinomata presso il volgo, non è già il primiero, poichè da alcune incisioni del secolo passato risulta invece essere stata appoggiata con lo schienale a ridosso della facciata del Palazzo Pretorio o del Podestà a sinistra di chi vi entrava e propriamente nell’angolo formato dal Palazzo stesso e da quello del Consiglio. Demolito per intero il Pretorio, venne collocata nel mezzo della piazza ove oggi ancor la vediamo; forse colà, perchè fra la generale dispersione dei materiali, essa pure non venisse fatta oggetto di traffico vergognoso, o distrutta e dispersa. (1)

(1) Nicolò Battaglini. Torcello antica e moderna. Venezia Tipografia del Commercio di Marco Visentini. 1871.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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