Le nuove motonavi dell’ACNIL: Aquileia, Concordia, Altino ed Eraclea

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La motonave Concordia dell'ACNIL che fa il servizio Venezia-Lido. Le altre tre navi sono costruite, in serie, dello stesso modello (1935)

Le nuove motonavi dell’ACNIL: Aquileia, Concordia, Altino ed Eraclea

Le nuove motonavi sono state accolte con festa da grandi e piccini; il “Bar” è diventato popolare, in quanto poi alla radio installata sulla motonave Aquileia, il pubblico si è diviso in due parti: chi l’approva e chi no. Tuttavia, per metere d’accordo le due fazioni contrarie, basterà girare di volta in volta l’interuttore. I bambini che vanno al Lido sono entusiasti dell’apparecchio radiofonico, e si fa fatica a farli scendere dal battello quando sono in funzione gli altoparlanti. E voce unanime, specialmente tra i forestieri, che Venezia oggi possegga il miglior servizio pubblico di trasporto che si possa esigere. Anche i nomi di battesimo delle quattro motonavi, rispettivamente intitolate. Aquileia, Concordia, Altino, Eraclea, sono indovinati. Purtroppo, però, essi risultano privi di contenuto per la maggioranza del popolo. La nomenclatura storia, per ottenere il suo scopo etico-sociale, deve essere prima di tutto capita.

La formazione delle isole lagunari che diedero la vita alla Repubblica di Venezia, è storia talmente nota che noi possiamo riassumerla, come preambolo in poche righe. Nel 400 dopo Cristo, i barbari scesero a devastare l’Italia, penetrando perfino in Roma. La più terribili invasioni furono quelle operate dalle schiere di Attila nel 452 e dei Longobardi, nel sesto secolo. Fu allora che gli abitanti dei centri principali del Veneto si rifugiarono tra i meandri delle lagune ove più facile riusciva difendersi dalle incursioni nemiche.

Le città di terraferma che maggiormente contribuirono al popolamento delle isole rialtine furono: Aquileja, Concordia e Altino.

Aquleia. Fu colonia romana del paese dei Carni, fondata nel 181 a.C. Amplita da Cesare Augusto diventò municipio, retto da magistrati, con senato e questori. Propugnacolo militare in origine, acquistò a poco a poco grande importanza politica e militare. Divenne quartiere di inverno delle legioni, residenza del capo della squadra veneta, centro di rifornimento per l’esercito del Danubio e per la flotta dell’alto Adriatico, zecca imperiale dopo Diocleziano, luogo saluberrimo di villeggiatura per gli imperatori e la loro corte a cominciare da Augusto. Circondata da un fertilissimo agro, si rese celebre per i suoi vini e le sue frutta, per le fiorenti inidustrie della lana, porpora, bronzo, ferro, legna, pietra, tessuti, armi. Attila la devastò nel 452 e i suoi cittadini trovarono scampo sul Lido di Venezia. Risorse nel 1042 con l’affermarsi della Signoria dei Patriarchi per cadere poi miseramente sotto il dominio austriaco. La malaria finì con lea spopolarla. Ricongiunta all’Italia nell’ultima grande guerra, vive attualmente d’agricoltura e di forestieri che si recano incessantemente ad ammirare le sue immense ricchezze archeologiche.  

Concordia. Posta sulla via Emilia, fra Altino e Aquileia, fu una delle più importanti città dell’antico Veneto. Ebba mura fortificate, foro, teatri, fabbriche, i cui resti possono ammirasi nel Museo di Portogruaro. Venne trasformata in fortezza romana contro le invasioni barbariche, e assunse il nome di Concordia Sagittaria, per una fabbrica di sagittae qui innalzata. Anche queste industre e popoloso centro fu distrutto dai barbari, e gli abitanti cercarono scampo sul lido rialtino. Attualmente Concordia forma un grosso villaggio sul fiume Lemene, a tre chilometri da Portogruaro.  

Altino. E’ una piccolissima frazione di Quarto, in provincia di Venezia con un centinaio di abitanti. In antico però fu città ricca d’uomini e di commerci, per trovarsi alla confluenza di strade frequentatissime. Aveva spledide ville, portici, templi e giardini. Due volte i barbari la desolarono respingendo i suoi abitanti verso le lagune. Costoro si stabilirono specialmente su quattro contigue isolette, a ciascuna delle quali diedero il nome di una porta esistente in Altini: sorsero cosi gli abitati di Torcelium (Torcello), Majorbium (Mazzorbo), Buranum (Burano), Amorianum (Murano).

Eraclea. Sei celebrate città di tal nome si contano in Oriente, ma nessuna di esse ha relazione con il nome imposto alla motonave veneziana. L’Eraclea nostra trasse la denominazione, dall’imperatore Eraclio di Costantinopoli, al tempo in cui il littorale veneto era ancora soggetto all’Oriente. Stava situata in mezzo alla laguna di Oderzo, oggi colmata dalle alluvioni. Eraclea fu la prima capitale della nascente Repubblica di San Marco e vide l’elezione del primo doge nel 727. Circondata da pineti lussureggianti, essa dava ricetto alle prime magistrature dello Stato che qui eressero edifici notevoli, chiese e monumenti ricchi di marmi e mosaici. Ma la sua troppa vicinanza alla terraferma indusse i dogi a trasferire la propria sede in luoghi più sicuri; prima a Malamocco, poi definitivamente a Rialto. Così Eraclea decadde fino a scomparire del tutto. Qualche traccia di questa celebre città si trova ancora presso Ceggia, villaggio della provincia di Venezia.

Come si vede, i quattro nomi di battesimo conferiti alle nuovissime motonavi veneziane rievocano le gloriose origini della Repubblica di San Marco. (1)

ATI’ Il Gazzettino. 18 Luglio 1935

Il “Bar” della nuova motonave

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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