La Madonna di Kazan, nella Chiesa di San Martino di Burano

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La Madonna di Kazan. Chiesa di San Martino di Burano

La Madonna di Kazan, nella Chiesa di San Martino di Burano

Kazan, l’antica capitale del canato dei tartari sulle rive del Volga, fu conquistata dagli eserciti di Ivan IV il Terribile. I documenti raccontano che nel 1579 un grande incendio distrusse una parte della città. Nello stesso anno, la Vergine apparve ad una bambina di dieci anni ordinandole di indicare alle autorità ecclesiastiche il luogo dove era stata sepolta un’icona miracolosa sotto le macerie di una casa bruciata. Ma il clero non volle credere a questo messaggio dela Vergine. Allora la bambina e sua madre si misero a scavare e trovarono l’icona sotto la stufa della casa. Essa era stata nascosta in quel luogo perché, sotto la dominazione dei tartari, gli ortodossi dovettero nascondere la loro fede e gli oggetti di culto.

Nel luogo dove era stata trovata Ivan IV il Terribile fece costruire un monastero femminile, nel quale fu sistemata l’icona. Nek 1594 lo zar Fedor Ivanovic fece poi costruire una grande chiesa in pietra, dedicata all’Assunzione, dove l’icona fu deposta definitivamente. Ai tempi di Pietro il Grande l’icona venne traportata a San Pietroburgo dove venne posta nella cattedrale della Madre di Dio di Kazan. Si pensa che in quest’epoca l’icona sia andata distrutta da un incendio e sostituita da una copia. Quest’ultima, ricoperta di un ricco rivestimento in oro ornato di brillanti e di pietre preziose, venne rubata nel 1904, il valore del rivestimento era stato stimato in 35.450 rubli d’oro.

L’icona non mostra che una parte della forma originale dell’Odighitria, la Madre di Dio è visibile a partire dalle spalle e il Bambino presenta soltanto il busto, non si vede né la mano sinistra della Madre che porta il bambino né la mano destra che alza verso di lui, la mano sinistra del Bambino con il rotolo della Scritture è coperta dall’himation.

La funzione della Madre trova la sua espressione nel viso pensieroso ma sereno, nei grandi occhi che sembrano meditare il mistero del Figlio di Dio, venuto in questo mondo per caricare su di sè le sofferenze degli uomini. Questa icona non è più l’immagine della sovrana delle celebrazioni ufficiali di Bisanzio, è la visione di una Madre il cui Figlio è il Salvatore del mondo.(1)

Questa icona era considerata la protettrice della famiglia: veniva donata agli sposi subito dopo la cerimonia nuziale e collocata nella carrozza che conduce gli sposi verso la loro nuova casa. Secondo la tradizione, l’icona doveva entrare per prima nella casa, come Signora del focolare domestico.

(1) da un cartello esposto nella Chiesa di San Martino di Burano

 

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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