Il sepolcro di Francesco Dandolo e la lunetta della Vergine col Bambino di Paolo Veneziano, nella Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari

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Vergine col Bambino ( Paolo Veneziano). Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari

Il sepolcro di Francesco Dandolo e la lunetta della Vergine col Bambino di Paolo  Veneziano, nella Chiesa di Santa Maria Gloriosa dei Frari

Nella sala del Capitolo del convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari, venne sepolto il doge Francesco Dandolo dentro un’urna pressoché tutta dorata, dove a mezzo rilievo è scolpito il transito di Maria Vergine circondata dai dolenti discepoli. Dietro alla Santa Madre vi è San Giuseppe col Bambino in braccio (*), nei lati due angeli, e nei fianchi alla destra un leone alato che tiene fra le zampe un chiuso volume, ed alla sinistra un’aquila parimenti con un libro fra gli artigli.

Al di sopra dell’urna in una mezzaluna si dipinse, l’anno 1359 per opera di Paolo Veneziano, Maria Vergine su un trono circondato da cherubini, corteggiata da San Francesco d’Assisi e da Santa Elisabetta. Presso al primo venne figurato il Doge genuflesso, ed accanto la Dogaressa parimenti in ginocchio.

Francesco Dandolo soppranominato Cane, uomo di grande prudenza e capacità fu nel 1310 spedito ambasciatore a Roma, dove rimase sette anni prima presso Clemente V e poi presso Giovanni XXII, suo successore, onde ottennere l’assoluzione delle censure contro la Repubblica. Restituitosi in Venezia venne eletto doge il giorno 8 gennaio 1328.

Ridotta, nell’Ottocento, la sala ad altro uso, la lunetta venne trasportata nella Cappella San Marco o Correr e il sepolcro nel Seminario Patriarcale, e  successivamente, ricomposti nuovamente insieme nella restaurata sala del Capitolo. (1)

(*) secondo l’iconografia classica della Dormitio Virginis si tratta del Cristo  che raccoglie l’anima di Maria

(1) Giambattista Soravia. Le Chiese di Venezia. Vol II. Venezia 1823 Francesco Andreola.

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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