La Madonna della Consolazione, nella Chiesa di Santa Maria della Consolazione vulgo della Fava

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Chiesa di Santa Maria della Consolazione vulgo della Fava. Sestiere di Castello (foto dalla rete)

La Madonna della Consolazione, nella Chiesa di Santa Maria della Consolazione vulgo della Fava

Alla famiglia Amadi viene attribuita l’origine della devozione alla Madonna della Consolazione venerata nella chiesa di Santa Maria della Consolazione vulgo della Fava. Questa immagine fu apposta al muro di una abitazione privata nella parrocchia di San Leone IX vulgo San Lio, vicino al ponte detto della Fava per risvegliare la devozione dei passanti. Il patriarca Maffeo Girardi il 10 novembre 1480 permise che fosse eretto un oratorio per collocarvi la sacra effige. Esso fu consacrato nel 1573 con il titolo della Consolazione. Gregorio XV nel 1621 dichiarò privilegiato l’altare sul quale era collocato il quadro della Vergine e nel 1622 concesse l’indulgenza plenaria a coloro che lo avrebbero visitato nel giorno della Purificazione.

Con decreto del Senato del 10 giugno 1662 la chiesa fu affidata ai Preti secolari della Congregazione dell’Oratorio che provvidero all’erezione di un nuovo tempio progettato da Antonio Gaspari. La prima pietra fu posta dal patriarca Giovanni Badoer il 5 agosto 1705 e l’11 dicembre 1715 fu celebrata la prima Messa. Dal 1750 al 1753 fu eretto il coro su progetto di Giorgio Massari e più tardi venne abbattuto l’oratorio per render più spaziosa la piazza. Nel 1880 con grandi festeggiamenti fu celebrata la quarta ricorrenza centenaria della riposizione dell’immagine nella cappella primitiva.

La piccola icona del secolo XIV con la Vergine che piega il capo verso il Bambino è ora collocata nel secondo altare a destra, disposta in una ricca cornice marmorea del Settecento. (1)

La Chiesa

Si chiama anche della Fava dal nome della località che deriva o dalla famiglia Fava o da qualche spaccio di fave (pastiglie in uso il dì dei Morti) ivi esistente. Il tempio fu ricostruito, nel secolo XVIII, in stile palladiano dall’architetto Antonio Gaspari (la facciata ebbe però un nuovo ristauro nel 1884). Sono particolarmente da osservarsi la cappella lombardesca edificata a spese dei Gussoni, la cappella dell’altare maggiore, in stile palladiano (architetto Giorgio Massari), ed i pregiati dipinti del Tiepolo, del Lazzarini, del Piazzetta (qui sepolto), dell’Amigoni ecc. (2)

(1) Don Silvio Tramontin (a cura di). Il Culto dei Santi a Venezia. Venezia, Studium Cattolico Veneziano, 1965

(2) Eugenio Musatti. I Monumenti di Venezia. Ferdinando Ongania 1893

FOTO: dalla rete. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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