Corte Prima e Seconda del Milion, nel Sestiere di Cannaregio

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Corte Seconda del Milion. Sestiere di Cannaregio

Corte Prima e Seconda del Milion, nel Sestiere di Cannaregio

In queste corti sorgeva il palazzo del celebre viaggiatore Marco Polo, soprannominato Milione. Partitosi egli da Venezia circa l’anno 1271 con il padre Nicolò e con lo zio Matteo, attraversò il continente Asiatico, e giunse alla corte di Cublay gran signore dei Tartari, da cui fu incaricato di varie ambascerie, ed in gran conto tenuto.

Essendo nel 1293 ritornato a Venezia con i suoi compagni, dopo avere percorso moltissime regioni ignote fino allora agli Europei, picchiarono tutti e tre alla propria casa, ma, vestiti, come erano, in rozzi panni alla foggia di Tartara, non vennero riconosciuti dai parenti. Allora fecero imbandire solenne convitto, a cui intervennero in vesti di raso chermisino, che ben presto tagliarono a pezzi, e dispensarono ai servi. Quindi indossarono toghe di damasco, dopo le quali altre di velluto, dispensandole ai servi pur esse. Finalmente comparvero vestiti alla Veneziana, abbigliamento che valse a farli riconoscere dagli astanti. Si racconta che in questo punto Marco Polo traesse fuori i rozzi vestiti da viaggio, e tagliandoli con un coltello, ne facesse uscire grandi tesori in diamanti, e pietre preziose.

Egli fu da allora in poi sommamente onorato dai suoi concittadini, non mai sazi di fargli ripetere tutte le molteplici avventure da lui incontrate: E perché, dice il Ramusio: nel continuo raccontare che egli faceva più e più volte della grandezza del Gran Can, dicendo l’entrate di quello essere da dieci ai quindici milioni d’oro, e così di molte altre ricchezze di quei paesi riferiva tutto a milioni, gli posero per cognome messer Marco Milioni, che così ancora nei libri pubblici di questa Repubblica, dove si fa menzione di lui, ho veduto notato. E la corte della sua casa da quel tempo in qua è ancor volgarmente chiamata del Milione. Il Barbaro, parlando dei Polo, dice in quella vece: E loro dal volgo erano detti da cha Milion perchè la fama era ch’ avevano in gioje per la valuta d’ un milione.

Il Milione si chiamò pure il libro dei viaggi intrapresi da Marco, che egli, fatto prigione nel 1298 dai Genovesi, dettò in carcere al suo compagno di sventura Rusticiano da Pisa, libro il quale, come sembra abbastanza provato, fu steso per la prima volta in lingua francese. Marco Polo, liberato dalla prigionia nel 1299, e ritornato a Venezia vi fece il proprio testamento nel 1324, morendo probabilmente nell’anno medesimo, e venendo sepolto in San Lorenzo. Il di lui palazzo a San Giovanni Crisostomo, che nel secolo XV si vuole passasse nei Trevisan, patì nel 1597 gravissimo incendio.

Poi, con l’indicazione di vecchia casa rovinata dalle sue fondamente, passò in proprietà di Stefano Vecchia, da cui nel 1678 la comperò Giovanni Carlo Grimani onde farvi sorgere il teatro di San Giovanni Crisostomo. In Corte Seconda del Milion ne esistono ancora alcuni avanzi, il più importante dei quali è una porta sopra cui s’involta un ben ornato arco ad alto peduccio, d’Arabo stile. 

Prima di chiamarsi Corte Seconda del Milion si chiamava Corte Sabionera dall’arte dei Sabioneri, che portavano la sabbia per le fabbriche, a per zavorrare i bastimenti. La loro confraternita fu soppressa nel 1773. La  Corte Prima del Milion si chiamava invece Corte del Forno. (1)

(1) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (Venezia, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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