I Magazeni, le osterie ai tempi della Serenissima

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Campiello del Carro. San Moisè. Sestiere di San Marco

I Magazeni, le osterie ai tempi della Serenissima

I Magazzini o Magazeni, erano luoghi, per lo più terreni, ove si vendeva al minuto, ed talvolta si trovava all’aperto qualche corsia da giocare alle palle.

Ogni contrada di Venezia aveva il suo magazzino principale, detto bastion, da cui dipendevano i secondari, detti S. Marchi. Antico era l’uso che i magazenieri facessero prestiti alla povera gente mediante pegno, dando il valsente, parte in contanti, e parte in vino, che per lo più era cattivo, e perciò si diceva vin da pegni. Quando arrivava il tempo della restituzione, il debitore doveva ritornare in denaro anche l’importo del vino.

Al pari d’adesso, si vedevano nei magazzini le botti simmetricamente accavallate l’una su l’altra, il banco nel mezzo col sito dei bicchieri, protetto da una lucente grata d’ottone, ed in alto l’indispensabile altarino, o capitello. A tale devozione faceva contrasto l’esistenza di certi camerini, comuni del resto ai caffè, malvasie, e trattorie, ove si richiudevano i giocatori sfrenati, oppure le coppie amorose per darsi solazzo. Contro questi camerini promulgò la Repubblica diverse leggi, e ne ordinò la chiusura, e ne fece anche distruggere alcuni con la forza. Gli ultimi di essi si vedevano ancora, verso la metà del secolo presente (XIX), nello spaccio da vino al Ponte di ca’ Balbi a San Giuliano, ed in quello detto di Nadal nei luoghi terreni del palazzo Cocco in Calle del Carro. (1)

(1) G.Nissati (Giuseppe Tassini). Aneddoti Storici Veneziani. 1897

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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