Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia
Fondatore della Mostra, nel 1932, fu il conte Giuseppe Volpi di Misurata, all’epoca presidente della Biennale. Faceva parte del comitato d’onore Louis Lumière, che ringraziò gli organizzatori per il riconoscimento finalmente conferito al cinema come espressione estetica.
La manifestazione conquistò subito prestigio e autorevolezza: alla prima edizione (svoltasi dal 6 al 21 agosto 1932 nell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia) aderirono ufficialmente numerosi paesi, otto dei quali presentarono trentanove film selezionati da una commissione internazionale, mentre la platea era formata da rappresentanti dell’alta società di tutto il mondo.
Negli anni successivi proseguì il consolidamento della manifestazione, che nel 1935, assunse cadenza annuale, mentre i premi per le migliori interpretazioni presero il nome di Coppa Volpi. Nel 1936, cambiata la denominazione in Mostra internazionale d’arte cinematografica, fu insediata per la prima volta una giuria internazionale. L’anno successivo la manifestazione trovò la sua sede nel Palazzo del cinema appositamente costruito al Lido.
L’edizione del 1939 fu segnata dalla precipitare della situazione internazionale, e dal 1943 al 1945 durante la II Guerra Mondiale la manifestazione fu interrotta.
La prima edizione del dopoguerra (1946) si svolse ancora in città, nel cinema San Marco e nei giardini della Biennale; ad assumere la direzione artistica fu Elio Zorzi, che prese accordi con gli organizzatori del concorrenziale Festival di Cannes per non far coincidere i due appuntamenti. La manifestazione ebbe carattere di rassegna, con scelte direttamente concordate fra la direzione, le case di produzione e gli enti interessati.
Più consistente la ripresa del 1947, con proiezioni nel cortile di Palazzo ducale, una giuria nuovamente internazionale e il ritorno delle cinematografie dell’Unione Sovietica (esclusa dal 1935) e degli altri Paesi dell’Est europeo. L’edizione del 1949, vide il ritorno definitivo al Lido, e una nuova denominazione del premio, ora chiamato Leone di San Marco in omaggio alla città.
Negli anni Cinquanta la Mostra nel suo insieme contribuì all’affermazione dei migliori registi italiani del dopoguerra, da Fellini a Francesco Rosi, Ermanno Olmi, Michelangelo Antonioni, nonché di importanti autori europei e statunitensi.
Gli anni Sessanta furono contrassegnati da polemiche e dibattiti. Grazie al nuovo direttore Domenico Meccoli, proveniente dal giornalismo cinematografico, trovarono spazio nuovi linguaggi, dal Free Cinema inglese alla Nouvelle vague francese.
Nel 1963 la direzione passò a Luigi Chiarini, illustre teorico che abolì quasi totalmente i riti mondani e fu sordo alle pressioni dell’industria cinematografica. Chiarini diresse cinque manifestazioni con rigore e coerenza, affiancando a opere di autori ben noti i lavori di registi emergenti e conferendo grande visibilità al cinema italiano. Nel 1968 il Palazzo del cinema fu investito dalle proteste di manifestanti che reclamavano una riforma radicale dello statuto e l’abolizione dei premi, ma la Mostra andò avanti egualmente.
Le manifestazioni nel successivo decennio si svolsero sotto il segno di precarietà e discontinuità. Sotto la reggenza di un commissario straordinario, Filippo Longo, le edizioni del 1971 e del 1972 furono dirette da Gian Luigi Rondi, critico militante, che tentò un’abile politica di mediazione tra diverse istanze: aprì la Mostra alla partecipazione della Repubblica popolare cinese e sottolineò l’aspetto più marcatamente personale della cultura cinematografica istituendo i Leoni d’oro alla carriera.
Nel 1972 Rondi rassegnò le dimissioni e, poiché il nuovo statuto era fermo in Parlamento, l’edizione del 1973 fu sospesa per riprendere l’anno successivo sotto forma di rassegna di proposte, convegni e retrospettive, sempre con proiezioni decentrate nella città. Direttore del nuovo corso fu Giacomo Gambetti, anch’egli critico, formatosi fra cinema e televisione, incaricato, fra il 1974 e il 1976, di coordinare “approfondite riflessioni di carattere spettacolare e culturale” a più vasto raggio possibile.
La Mostra, così concepita, rivelava una sua nobiltà culturale ma restava praticamente estranea al concetto di festival vero e proprio. Nel 1977 venne infatti realizzata soltanto una rassegna sul cinema dell’Europa dell’Est e nel 1978 la Mostra non ebbe luogo del tutto.
La crisi reclamava una sorta di rifondazione, avvenuta nel 1979 sotto la direzione di Carlo Lizzani. La manifestazione ritornò quindi al Lido, con la nuova denominazione di Mostra internazionale del cinema, e, a partire dal 1980, è stata ripristinata la competizione. Lizzani rimase in carica per quattro anni, sforzandosi di adattare la vecchia formula ai grandi mutamenti sopravvenuti nel cinema.
Nel 1983 ritornò alla direzione artistica Rondi il quale, nettamente orientato verso un cinema d’autore, chiamò grandi maestri come membri della giuria, ma offrì anche opportunità a giovani cineasti, migliorando l’organizzazione complessiva e la struttura delle sezioni.
Nel 1992 avvenne un nuovo cambio nella direzione, Gillo Pontecorvo venne nominato curatore per poi diventare direttore effettivo nel 1994. Il regista portò una grande carica di vitalità, attirando al Lido veri maestri e divi del cinema.
Scaduto il mandato di Pontecorvo, nel 1997 arrivò come curatore Felice Laudadio, inventivo organizzatore di manifestazioni cinematografiche; durante il suo mandato il cinema italiano ha ritrovato la forza per vincere dopo un’interruzione di diversi anni il Leone d’oro.
Nel 2002 venne nominato Moritz de Hadeln, già direttore del Festival di Berlino ed estimatore del cinema italiano. Nel 2004 la scelta del direttore cadde su Marco Müller, proveniente dal Festival di Locarno, che aggiunse una sezione, Venezia digitale, dedicata alle nuove tecnologie. (1)
Nel 2012 nuovo direttore della Mostra è Alberto Barbera, il programma viene snellito con un nuovo regolamento che prevede solo tre sezioni della Selezione ufficiale: “Concorso” (i film vengono ridotti ad un massimo di 20), “Fuori concorso” (un massimo di 11 titoli) e “Orizzonti” (con lungometraggi e cortometraggi), rimangono le sezioni autonome e parallele della “Settimana Internazionale della Critica” e le “Giornate degli Autori“.
Tutti i vincitori del Leone d’oro
(1) http://www.treccani.it/enciclopedia/mostra-del-cinema-di-venezia_%28Enciclopedia-del-Cinema%29/ P. Rizzi, E. Di Martino, Storia della Biennale, 1895-1982, Milano 1982
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