L’Ordine dei Cavalieri di San Marco

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Giovanni Carboncino, ritratto equestre del Doge Francesco Morosini 1690 – Venezia, Museo Correr. Il Morosini era un Cavaliere dell'Ordine di San Marco, come si può vedere dalla particolare insegna tra la corazza e la testa del cavallo.

L’Ordine dei Cavalieri di San Marco

L’Ordine dei Cavalieri di San Marco della Serenissima Repubblica di Venezia fu il più importante tra gli ordini cavallereschi fondati nell’ambito veneziano.

Non si conosce l’anno di istituzione anche se agli inizi del ‘400 era già attivo e tenuto in estrema considerazione. Non conferiva nobiltà né un rango sociale distinto (come negli ordini monastico militari) e non era ereditario (se si escludono i figli primogeniti delle famiglie patrizie: Giustinian di Carpasso, Cappello, Contarini dal Zaffo, Querini o Quirini di Santa Giustina, Morosini, Ottoboni, Orsini e Rezzonico e solo una famiglia fra i cittadini originari, gli Zanotto (e di essi solo il ramo soprannominato “de’ zij scarlati”) e non era legato ad alcun beneficio, variava sia nell’importanza sia nella considerazione pubblica in base alla maggiore o minore autorità concedente per decreto conforme, al seguito delle deliberazione di nomina provenienti dal Maggior Consiglio o dal senato o dal Doge e se si era patrizi di nascita o cittadini originari. Il cavalierato veniva conferito a persone meritevoli, le quali con il loro operato avevano reso particolari servigi alla Repubblica.

Per essere insignito non erano richiesti titoli di nobiltà e veniva concesso molto raramente a chi non era suddito della Serenissima. Era suddiviso in due classi, una riservata al patriziato veneziano (conferita generalmente al rientro dalle ambascerie ed era denominata “della Stola d’Oro”) e l’altra ai nobili di terraferma e ai benemeriti.

Molti sono stati gli uomini d’arme, i medici, i nobili di Terra Ferma insigniti di tale ordine. Anticamente riportato come l’unica onorificenza equestre, il Cavalierato di San Marco era indubbiamente uno degli ordini veneti più importanti della storia della Repubblica. Esso variava d’importanza e considerazione pubblica a seconda che fosse maggiore o minore l’autorità per decreto della quale veniva concesso, cioè che la deliberazione di nomina provenisse dal Maggior Consiglio, dal Senato o dal Doge.

La funzione di consegna del collare dell’Ordine si compiva o nel Pien Collegio o nelle stanze private ducali. I Cavalieri, in ogni modo, venivano sempre armati dal Capo della Repubblica, che toccava loro le spalle con uno spadone pronunciando le seguenti parole: “ESTO MILES FIDELIS“. Successivamente, se al decorato era stato decretato il dono di una collana d’oro (anch’essa simbolo dell’Ordine), questa gli veniva posta al collo dal Doge stesso. Le collane più ricche erano del valore di più migliaia di ducati.

I Cavalieri di San Marco potevano portare, come tutti i cavalieri, la spada, gli speroni d’oro, la cappa rossa (con ricamata sulla spalla la croce bianca dalle punte biforcate) e la cintura dorata. Ai patrizi era concesso di portare una stola dorata sopra la cappa durante le sedute del Maggior Consiglio

Benché il cavalierato non fosse ereditario, venne concesso al conte Giacomo Zanotto per gli enormi servigi resi dalla famiglia nel corso del tempo e a lui particolarmente per il ruolo svolto nella Battaglia di Lepanto (nominato Cavaliere di San Marco dal doge Alvise I Mocenigo con diploma il 16 dicembre 1571, “con beneficio trasmissibile a tutti i suoi discendenti legittimi in perpetuo“), successivamente venne concesso anche a Benedetto Quirini, nel 1597, per le sue grandi benemerenze durante la carestia e la peste che infestarono il Regno di Candia nel 1590 e 1592 (per i Quirini solamente ai primogeniti era concesso di portare la stola d’oro in senato, essa era larga un palmo e mezzo circa e scendeva dalla spalla sinistra giungendo, nella parte anteriore, fin quasi al ginocchio).

La prima nomina concessa ai Quirini, non ancora ereditaria, fu conferita a Francesco, quondam (fu) Marco, il 12 luglio 1584 dal Senato della Repubblica (v. Senato-Secreta- Privilegi-Registro III a carte 46) con questa investitura: “...et Senatus nostri decreto motuque proprio ipsum egregium virum et dilectum nobilem nostrum Franciscum Quirinum, in plenum collegium ubi quamplures nobiles hac honesti cives nostri aderant reservatis iis quae de more servari solent Equestri dignitate decoravimus, ac torque aureo cum divi Marci Proctectori nostri insigni pendente decoravimus, volente ut in posterum veste aurea, balteo, calcaribus, coeterisque Equestris Ordinis, ornamentis, honoribus, dignitatibus, immunitatibus, iurisdictionibus, facultatibus, ac privilegijs plenissime et honorificentissime uti ac frui valeat. In quorum omnium perpetuam fidem hoc diploma fieri, nostroque sigillo aureo obsignari mandavimus…” Il titolo Equestre divenne ereditario nel 1597 con  Benedetto, che contestualmente fu dal Senato insignito Conte dei feudi di Castel Temini e dei Casali di Dafnes (isola di Candia, oggi Creta), perché, quale governatore e capitano generale della Cavalleria Feudata nell’isola di Candia, con 2000 uomini accorse in soccorso della città di Candia assediata dai Turchi. Il titolo di Cavalierato di San Marco Ereditario di Stola d’Oro, fu poi confermato, con successive “ducali“, ai discendenti “Nel grado et dignità dell’Ordine Equestre, si che da mò sia in ogni luogo, tenuto, conosciuto, et nominato per Cavalier Splendido, havendoli dato la facoltà di portar le vesti auree, la zona (stola ), le armi, li sproni et altre cose auree di caduna sorte come militari ornamenti”. E così via di successione in successione tale titolo viene confermato ai maschi primogeniti della famiglia. Invece agli Zanotto, cittadini originari, venne concesso solo al ramo discendente da Giacomo (detto “de’ zij scarlati”) di estenderlo a tutti i figli legittimi maschi.

Il privilegio della Stola lo godevano anche quei patrizi decorati anche di Ordini equestri stranieri.  Nel 1769 il Serenissimo doge Alvise IV Mocenigo conferì, in perpetuo, il titolo di Cavaliere di San Marco anche ai reverendissimi Canonici del Venerabile Capitolo della Cattedrale di Treviso (per loro la croce era smaltata di rosso e non d’azzurro ed è sormontata dal corno dogale sopra al quale vi è l’ombrella).

I Cavalieri di san Marco avevano sempre un trattamento particolare a Venezia essendo considerati una sorta di ambasciatori della “civitas venetiarum” ovunque essi si trovavano. Sul Bucintoro avevano un loro posto prefissato accanto al doge e agli ambasciatori.

L’Ordine si è estinto il 12 maggio 1797, quando il Doge e i magistrati deposero le insegne del comando ed il Maggior Consiglio abdicò e dichiarò decaduta la Repubblica di Venezia. L’insegna dell’Ordine era costituita da un leone alato con le ali spiegate d’oro (successivamente il capo del leone venne sormontato da una piccola crocetta) o da una medaglia d’oro caricata dal leone di San Marco, nimbato e accovacciato, con la testa posta di fronte, tenente con le zampe anteriori un libro aperto scritto dalle parole in lettere maiuscole romane PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS, successivamente alla fine del ‘600 si tramutò in una croce ottagone con la coda di rondine d’oro zecchino, smaltata in azzurro con al centro il leone di San Marco in trionfo, cioè visto frontalmente. Nel caso dei patrizi, questi nelle occasioni ufficiali non potevano portare la medaglia, ma indossavano una stola dorata, che per l’appunto li faceva definire “Cavalieri dell’Ordine della Stola d’Oro“.

Oggigiorno delle famiglie patrizie insignite sopravvivono solamente i Quirini di Santa Giustina e gli Zanottode’ zij scarlati” (unici cittadini originari).  (1)

(1) Alessandro Zanotto e Debora Gusson

Da sinistra a destra, dall’alto in basso: Coronelli. Cavaliere di San Marco; Croce dell’Ordine di San Marco; Croce dell’Odine di San Marco dal Codice Gradenigo; Acquerello; Coronelli. Cavaliere della Stola d’Oro; Croce famiglia Zanotto; Acquerello.

FOTO: Alessandro Zanotto. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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