L’Oratorio dell’Anconetta, a San Marcuola, nel Sestiere di Cannaregio

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Campiello de l'Anconeta. Sestiere di Cannaregio

L’Oratorio dell’Anconetta, a San Marcuola, nel Sestiere di Cannaregio

Alcuni giovani della parrocchia di San Marcuola (Santi Ermagora e Fortunato), avendo acquistato da un vecchio greco una “ancona” orientale, piccola Madonna dipinta sul legno, si unirono in confraternita nel 1573 e la esposero nella chiesa di San Marcuola.

La santa immagine sembra concedesse qualche grazia e con la notizia divulgatasi affluirono anche le offerte, ma per alcuni litigi sorti col capitolo della chiesa, i giovani trasportarono la Santa in un oratorio da loro fabbricato in campiello dei “do Ponti” e dal quel momento, l’oratorio chiamato dal popolo dell'”Anconeta“, dette il nome anche al campiello e alle adiacenze.

Ben presto l’oratorio ebbe un gran numero di fedeli e con le offerte ed i lasciti s’ingrandì: Marco Angaran gli lasciò duecento ducati e Pasquino Carlottila casa posta all’Anconeta per allargare la chiesa et seicento ducati con obbligo di farmi dire ogni ziorno una messa da morto in perpetuo per l’anema mia“.

Il 22 febbraio 1652, con decreto del Senato, l’oratorio divenne chiesa, e il patriarca di Castello vi funzionava due volte l’anno, e la scuola della Misericordia la visitava processionalmente nel giorno dell’Immacolata.

Narra il Grandenigo nei suoi “Notatori” che dell’incendio dei magazzini d’olio avvenuto nel 1789 a San Marcuola, in cui furono distrutte ben settanta case, la chiesa in campiello dell'”Anconeta” fu salva. Ma non fu salva però nel 1855, poiché il piccone demolitore la distrusse completamente per allargare la strada che conduce alla stazione ferroviaria oggi una piccola lapide sul pavimento ricorda il sito dove sorgeva.* (1)

* la lapide è consumata e non si legge più, il luogo è quello dove esisteva lo storico negozio di scarpe Marinello, oggi trasformato in ristorante.

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 15 febbraio 1925

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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