Il pellegrinaggio dei Frati Minori di San Francesco della Vigna in Terra Santa, nel 1532

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Chiostro del Convento dei Frati di San Francesco della Vigna - Castello

Il pellegrinaggio dei Frati Minori di San Francesco della Vigna in Terra Santa, nel 1532

Nel vecchio convento di San Francesco della Vigna, che risaliva al 1253, i frati Minori Osservanti avevano, nel 1532, fatto voto di visitare i luoghi santi di Gerusalemme e parecchi di loro “con li padri vardiani” (guardiani) avevano deciso di partire verso la fine di agosto con la galera mercantile “Loredana“, che faceva scalo a Beirut. Però “volendo portar con sé alcune casse, per donar a li frati di li lochi santi“, il 13 agosto fecero domanda, ai capi della Quarantia ed ai Savi di Terra, di poter trasportare le mercanzie senza pagare il dazio di uscita; e difatti il Senato accordava il privilegio per “amor Dei!” con voti centosettanta contro sette negativi. Così li 25 agosto furono imbarcate sulla “Loredana” tutte le robe francescane: “panno fratesco basso peze trenta quatro, panno venetian paonazo peze trenta, panno colorado peze do, tela peze sette, cera bianca libre quatrocento, maroni miera vinti, zucharo grosso et fin cassoni do, tavole de abete cento, veri de più sorta casse tre, formazzo piasentin peze quindese, mandole libre trecento, polastri vivi quaranta“. E nel mattino seguente salpava dal bacino di San Marco vero il porto di Malamocco, entrando nell’Adriatico a vele spiegate.

Dopo parecchi giorni di navigazione la galera giunse nelle acque dell’isola di Cipro, e dato fondo nella piccola rada di Limassol, i buoni frati acquistarono tre barili di vino e cinque capre da latte, che aggiunsero ai regali destinati ai frati di Gerusalemme. Verso il tramonto del 5 settembre la galera “Loredana” faceva vela direttamente verso Beirut che distava centoquaranta miglia dall’isola di Cipro e la navigazione prometteva di essere felice. Quando nel pomeriggio apparvero all’orizzonte due navi col vento in poppa provenienti da Tripoli di Soria, accanto alla bandiera turca sventolava quella nera del famoso corsaro Chaireddin Barbarossa, il quale correva allora i mari spargendo il terrore nelle isole greche e sulle coste d’Italia. Vedendo la nave mercantile veneziana, e sapendo che sotto tale bandiera c’era sempre buonissima preda, le due galere fecero rotta a voga arrancata e a vele gonfie verso la “Loredana“, che in meno di tre ore venne raggiuta.

Comandava la “Loredana“, sier Andrea Tiepolo di San Fantin e i due cannoncini di poppa fecero miracoli, ma le due galere corsare ebbero ben presto ragione e la nave fu saccheggiata. Nel combattimento sier Tiepolo, due comiti e cinque uomini della ciurma vennero uccisi, le stive completamente vuotate, tolte perfino le vele dagli alberi e Chaireddin, contento del bottino, lasciò la nave in balia del mare, facendo rotta con le sue galere verso Damietta. Fortuna volle che la nave abbandonata fosse, dopo due giorni di deriva, avvistata da una galea veneziana e condotta a rimorchio fino a Candia. I buoni frati di San Francesco vennero rimpatriati, e per quella volta non fu compiuto il pellegrinaggio a Gerusalemme. (1)

(1) Giovanni Malgarotto. IL GAZZETTINO, 14 agosto 1927.

Convento dei Frati Francescani a San Francesco della Vigna

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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