La Càorlina

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Càorlina da seràgia sul Rio dei Servi, dell'Associazione Arzanà

La Caorlìna

La caorlìna era barca da trasporto completamente simmetrica con la prua uguale alla poppa entrambe tonde, il suo nome si fa risalire alla città di Caorle. Se ne conoscono di varie tipologie, a seconda dell’uso, e così troviamo la barca o caorlìna buranèla, la barca o caorlìna nicolòta, la caorlìna da cogoleti, la caorlìna ortolana, e la caorlìna da mureri. Oggi sopravvive solo la versione per regata in compensato marino.

La barca o caorlìna buranèla era utilizzata esclusivamente per la pesca, che si distingueva a seconda delle reti e della tecnica usata in caorlìna da seràgia e caorlìna da tratta. La pesca a seràgia era un tipo di pesca che consisteva nel chiudere, con una rete, un ampio tratto di barena durante l’alta marea, tenendo la rete verticale mediante l’uso di paletti, quando l’acqua calava il pesce rimaneva imprigionato nella rete. La pesca a tratta era un tipo di pesca che consisteva nel stendere una rete parallela ad una spiaggia, rete che poi veniva tirata, a mano, a terra per le due estremità.

La barca o caorlìna nicolòta era utilizzata dai pescatori residenti nelle parrocchie di San Nicolò dei Mendicoli e dell’Angelo Raffaele, praticavano la pesca da strascico con la rete detta tartanèlla da canal.

La caorlìna ortolana era utilizzata dagli ortolani delle Vignole, di Sant’Erasmo e del Cavallino per portare frutta e verdura al mercato di Rialto. La caorlìna da mureri
serviva invece per il trasporto di materiali inerti.

(1) LUIGI DIVARI. Barche del Golfo di Venezia. Libreria Editrice Il Leggio. (Albignasego, 2009

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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