Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice già di San Gioacchino

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Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice già dei Santi Pietro e Paolo - Castello

Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice già di San Gioacchino. Convento e Ospedale

Storia della chiesa, del convento e dell’ospedale

Il più antico degli ospedali, che ora esistono in Venezia, è quello che sotto l’invocazione dei Santi apostoli Pietro e Paolo fu istituito nel secolo XI da una confraternita di pie persone, per alloggio dei pellegrini incamminati verso i sacri luoghi di Palestina, e poi per ricovero di uomini o infermi, o feriti. Un sì misericordioso istituto non poteva a meno di conciliarsi l’assetto e l’applauso universale. Perloché assistita la confraternita da copiose elemosine dei fedeli poté in breve tempo e perfezionare gli opportuni edifici, ed acquistare rendite per il sostentamento dei poveri.

Destinò poi la confraternita stessa per il buon governo del luogo un priore, ed alcuni procuratori, nei quali collo scorrere dei tempi passò interamente l’amministrazione delle rendite, e la direzione dell’ospedale. A maggior fermezza però di un’opera sì lodevole ordinò la divina provvidenza, che circa l’anno 1328, restasse eletto priore Marco Bonacorso, uomo di carità esemplare, per la di cui diligenza furono ampliati gli edifici all’accoglimento dei poveri, eretta un’assai comoda casa per il priore, ed aumentate di molto le rendite, che di già erano notabilmente diminuite. Perché però avesse una più stabile sussistenza il bene da lui operato, né incorresse il pio luogo in quei discapiti e rovine, in cui si erano veduti cadere tanti altri, implorò dalla pubblica autorità nell’anno 1348, che accoglier volesse con titolo di juspatronato sotto la sua protezione l’ospedale, e le sue rendite, delle quali avessero l’amministrazione il priore, e cinque procuratori; tre scelti dal numero dei patrizi, e due dall’ordine dei cittadini.

Con ciò essendosi sufficientemente rivisto alla corporale assistenza dei poveri, si pensò poi nel secolo susseguente, che gli infermi, e massimamente i feriti, nei quali più frequenti, e più improvvisi succedevano i pericoli, avessero pronto sempre ai loro bisogni l’aiuto spirituale di un sacerdote. Perciò da Marino Michele priore nell’anno 1441, furono umiliate istanze al pontefice Eugenio IV, affinché concedere volesse la facoltà d’istituire un cappellano, che giornalmente celebrasse nell’ospedale, ed amministrasse così ai poveri, che al rettore e suoi domestici gli ecclesiastici sacramenti. Rimise il pontefice la supplica al santo vescovo di Castello Lorenzo Giustiniani, che usando dell’autorità a se impartita concesse nell’anno 1445, l’istituzione di un sacerdote cappellano, che ivi potesse ogni giorno celebrare, e ricever le confessioni degli infermi; ma stabilì che l’eucaristia, e gli altri sacramenti dovessero essere conferiti dai parroci della chiesa cattedrale. Ampliò poi queste concessioni Pio IV, nell’anno 1590, ammettendo l’ospedale, e i di lui ministri alla partecipazione di tutti quei privilegi ed indulti, dei quali godono gli ospedali di Santo Spirito in Saxia, di San Giacomo in Augusta, e di San Giovanni Laterano in Roma.

Vicino all’ospedale furono circa l’anno 1350 per pia disposizione di Francesco d’Avanzo fabbricate ad uso di otto poveri altrettante case soggettate dal fondatore, ed annesse al luogo pio dei Santi Pietro e Paolo, le quali col corso del tempo essendo quasi del tutto rovinate, per decreto poi della presidenza nell’anno 1750. rinnovate si assegnarono ad otto poveri per loro personale abitazione.

Altro piccolo ospedale per alloggio di povere donne fu eretto nella Parrocchia di San Pietro dalla carità di Niccolò e Maddalena consorti Caretti, che soggetto lo vollero alla congregazione dei procuratori dei Santi Pietro e Paolo, dai quali vien caritatevolmente assistito. (1)

Visita della chiesa (1733)

Nella chiesa dell’ospedale dei Santi Pietro e Paolo vi è una tavola con la Madonna, e li due suddetti santi di Matteo Bortoloni. (2)

Eventi più recenti

Nel 1806 l’ospedale venne a cessare passando in potere del municipio, il quale nel 1822 piantò in esso una scuola elementare minore quale oggidì si vede. La chiesetta, già annessa all’ospedale, rimase aperta al pubblico culto. (3)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ANTONIO MARIA ZANETTI. Descrizione di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia ossia Rinnovazione delle Ricche Miniere di Marco Boschini (Pietro Bassaglia al segno di Salamandra – Venezia 1733)

(3) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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