Chiesa di San Nicolò di Castello

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Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto. La chiesa di San Nicolò di Castello. Milano Collezione privata. (foto dalla rete)

Chiesa, Seminario e Ospedale di San Nicolò di Castello. Chiesa, Ospedale e Seminario demoliti

Storia della chiesa e dell’ospedale

Assediata nell’anno 1473 da numeroso esercito di centomila Turchi la città di Scutari nella Liburnia, allora soggetta al Dominio della Repubblica, fu con tal valore da Antonio Loredano, che ne era rettore, difesa, che sopravvenuti gli aiuti di Mattia re d’Ungheria furono costretti i barbari dopo tre mesi di ostinato attacco ad abbandonarla.

Conosciuta dal senato per un effetto della divina misericordia una sì lunga difesa contro tutti gli sforzi di tanto formidabile nemico, decretò nel giorno 7 di settembre dell’anno 1474, che si dovesse richiedere al sommo pontefice una indulgenza per principiare un luogo di pietà a ricetto dei poveri, ed infermi sotto il nome di Gesù Cristo in qualche remoto sito, al compimento del quale dopo terminata la dispendiosa guerra contribuisse anco il pubblico erario conveniente soccorso.

Il luogo più opportuno per l’erezione dell’ospedale fu creduto essere quello, nel quale due anni avanti aveva comandato il Senato la fabbrica di un ampio coperto a ricovero di quei poveri, che non avendo casa propria erano costretti dormire all’aperto sotto i portici di San Marco e di Rialto, per i quali ancora aveva la pubblica provvidenza destinate in elemosina due staia di farina da farne pane in ciascuna settimana.

Quivi dunque disposto il disegno dell’ospedale, pose la prima pietra benedetta nei fondamenti nel giorno 7 di aprile dell’anno 1476, Maffeo Gerardo patriarca di Venezia coll’intervento del doge Andrea Vendramino, e del senato. Restano ancora certe memorie di essersi speso nella fabbrica ducati ventimila, dei quali milleseicento furono raccolti dalle oblazioni dei fedeli per l’acquisto dell’indulgenza, gli altri furono interamente contribuiti dal pubblico erario. La chiesa fabbricata di assai nobile architettura, e consacrata nel giorno 25 di marzo dell’anno 1503, fu poi ufficiata dai Preti Secolari, finché nell’ anno 1591, i Chierici Regolari della congregazione di Somasca, avendo avuto la direzione del seminario ducale ivi collocato, con le opportune fabbriche ottennero pur anche la chiesa, a condizione però di dover amministrare i sacramenti agli infermi del vicino ospedale.

Quivi dunque lasciata una parte del luogo per abitazione dei poveri fu fermata la sede del seminario, instituito per l’istruzione dei chierici destinati all’ufficiatura della Ducale Basilica, il quale ebbe i suoi principi nell’anno 1577, sotto nome di Seminario gregoriano.

La cagione di tale nome fu, perché papa Gregorio XIII, all’istanze del senato concesse con apostolico suo diploma del giorno 23 aprile 1579, che la chiesa e monastero dei Santi Filippo e Giacomo, già da Sisto IV annessi alla Basilica di San Marco, fossero uniti al nuovo seminario dei chierici con l’aggiunta di mille scudi d’oro di rendita, da unirsi con le rendite dei benefici ecclesiastici semplici, che fossero per vacare nello stato veneto.

Fu dunque nell’antico Monastero dei Santi Filippo e Giacomo, già prima destinato alla residenza dei Primiceri, istituito il seminario ducale. Ma conosciutosi dal Senato, esser cosa irregolare, che il Primicerio dignità riguardevole, e primaria nella cappella ducale andasse vagando in case lontane ed incomode, senza ferma residenza, ordinò con suo decreto del giorno 12 luglio 1591, che per comodo del seminario ducale fosse assegnata la casa, contigua all’Ospedale di Gesù Cristo, e la casa dei Santi Filippo e Giacomo restituita fosse per abitazione dei primiceri.

Da quei tempi la religione Somasca intraprese la direzione del seminario da lei esercitata con lode, e con spirituale e temporale vantaggio dei chierici egualmente bene istruiti e nelle scienze e nella pietà. (1)

Visita della chiesa (1733)

Una tavola con Maria Annunziata è di mano di Francesco Vecellio, ed un’altra tavola con Cristo risorgente, e nel piano i Santi Nicolò, e Giuseppe è opera di Pietro Ricchi. (2)

Visita della chiesa (1839)

Grande era questa chiesa di San Nicolò, di assai nobile architettura, sullo stile dei Lombardi, con la faccia rivolta alla laguna, con cupola, con buone pitture e con tre altari. Le imposte della maggior sua porta, ammirande per il lavoro di ornato, sono state trasportate ad ornare la porta d’ingresso alla fabbrica aggiunta alla Accademia di Belle Arti. I vecchi marinai avevano in questa chiesa una scuola o confraternita instituita sino dal 1573, e privilegiata di poter fare le proprie capitolari riduzioni, oltre al diritto avuto nel 1657 di erigervi un altare dedicato a Gesù Cristo.

Il fianco destro ed ultimo della fabbrica del seminario veniva quasi lambito dal canale che attraversava i giardini e che sboccava in laguna. A congiungere quindi i due pezzi di terreno che il canale separava, era mestieri di un ponte. (3)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ANTONIO MARIA ZANETTI. Descrizione di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia ossia Rinnovazione delle Ricche Miniere di Marco Boschini (Pietro Bassaglia al segno di Salamandra – Venezia 1733)

(3) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

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