Chiesa e Pia Casa di Santa Maria della Presentazione vulgo delle Zitelle

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Fondamenta de le Zitelle. Giudecca. Chiesa di Santa Maria della Presentazione vulgo delle Zitelle

Chiesa e Pia Casa di Santa Maria della Presentazione vulgo delle Zitelle.  

Storia della chiesa e della pia casa

Giunto a Venezia per disseminarvi la divina parola nell’anno 1558, Benedetto Palmio insigne predicatore della Compagnia di Gesù fece valere la forza dell’apostolico suo zelo primieramente nella chiesa dell’Ospedale degli Incurabili, e poi nella parrocchiale dei Santi Apostoli procurando a tutto sforzo di tradurre gli uomini immersi nel lezzo della lascivia ad una santa purità di costumi.

Per ciò più facilmente ottenere, considerando quanto pericolo apportassero a se stesse, ed agli altri alcune donzelle, nelle quali erano in pari grado la bellezza, e la povertà, determinò d’indurre e nelle pubbliche prediche, e nei privati colloqui la pietà dei veneziani a fondare un pio luogo, ove ricoverate si alimentassero tali vergini pericolanti. Benedisse Iddio le sante intenzioni del fervoroso sacerdote, e fino dai primi giorni del suo operare raccolse qualche numero di tanto vaghe quanto povere giovani da lui poi assegnate in custodia ad oneste, e religiose matrone ma accrescendosi il numero, perché l’aggravio alle pie raccoglitrici non divenisse eccedente, prese a pigione nella contrada di San Marziale una casa, in cui per sedici mesi dimorarono le raccolte fanciulle. Aumentandosi poi col numero delle figlie anche le caritatevoli offerte dei fedeli, fu nell’Isola della Giudecca acquistato un sito, e fabbricato un ampio conservatorio, in cui nell’anno 1561, ricevuta prima dal patriarca Giovanni Trevisano la benedizione, entrarono quaranta vergini, dilatandosene poi in progresso con la divina assistenza di molto il numero.

Contigua alle abitazioni del pio ricetto fu fabbricata una non molto ampia, ma ben ideata chiesa con facciata di marmo sul modello di Andrea Palladio, che fu poi nel giorno 8 di maggio dell’anno 1588, da Francesco Barbaro arcivescovo di Tiro, e patriarca eletto d’Aquileia con festiva pompa consacrata sotto l’invocazione e titolo di Maria Vergine presentata al tempio. La direzione della pia opera è raccomandata a due differenti congregazioni l’una di sole matrone nobili, che con lodevole diligenza soprintendono alla buona educazione delle figlie, l’altra composta in egual numero di sacerdoti, di nobili, e di cittadini, presso della quale è anco l’amministrazione economica del caritatevole conservatorio. (1)

Visita della chiesa (1839)

Contigua al pio ricetto si fabbricò nel 1588 la chiesa che è un quadro perfetto, scantonato agli angoli ed offerente otto facce. E internamente ornata di pilastri corinti, ed un arco a ciascuno dei suoi tre lati, accoglie un altare. Quindi ha tre altari: la palla di quello a destra è del Palma il giovane con Cristo all’orto e due ritratti; opera assai bella di Francesco Bassano è nella della Presentazione di Nostra Donna al tempio nell’altar maggiore, ed Antonio Aliense fece la terza con Maria Vergine, San Francesco ed il ritratto del procuratore Federigo Contarini, a spese del quale si eresse quel terzo altare.

Palladio diede il disegno di questa chiesa, che però non corrisponde alla fama di sì egregio ingegno, e premorto al compimento lo succedette nell’esecuzione certo Bozzetto, del quale si vuole l’altar maggiore. (2)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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