Chiesa e Monastero di Gesù Cristo nostro Salvatore vulgo Sant’Angelo della Giudecca

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Fondamenta Sant'Angelo. Giudecca. Luogo dove si ergeva la Chiesa di Gesù Cristo nostro Salvatore vulgo Sant'Angelo

Chiesa e Monastero di Gesù Cristo nostro Salvatore vulgo Sant’Angelo della Giudecca.  

Storia della chiesa e del monastero

Con pontificio diploma comandò papa Sisto IV, nell’anno 1474, che a norma di quanto era stato stabilito da Eugenio IV, suo antecessore, dovesse nell’antico Monastero di Monache di Sant’Angelo, situato in un’isola delle venete lagune, detta di Cantorta, sopprimersi l’ordine di San Benedetto, ed il titolo di abbadessa, e poi unirsi con le sue rendite all’esemplar Monastero Benedettino di Santa Croce della Giudecca. Eseguì i supremi comandi della sede apostolica Maffeo Gerardo patriarca di Venezia, e delegato apostolico, ed avendo assegnato alle poche monache ivi ancor abitanti una giusta porzione delle rendite per alimento loro finché vivessero, pose in possesso del rimanente il procuratore del Monastero di Santa Croce.

Reso poi voto interamente di abitatori il solitario monastero, i Carmelitani della congregazione, che si chiama di Mantova, desiderosi di aver sede in Venezia, ottennero facilmente nell’anno 1518 dalle monache di Santa Croce il possesso del luogo, con la condizione di dover per stabilito censo offrire ogni anno nelle due solennità dell’invenzione, e dell’esaltazione di Santa Croce, una candela di bianca cera, che fosse del peso di libre due, confermandone poi la convenuta concessione papa Clemente VII con apostoliche sue lettere segnate del di 14 di dicembre 1526.

In luogo così squallido, e remoto continuarono i Carmelitani suddetti ad abitare per circa trentasei anni, finché nell’anno 1555, avendo destinato l’autorità pubblica, che in quell’isola tanto discosta dalla città dovessero fabbricarsi le polveri inservienti all’uso dell’artiglierie, passarono quei religiosi ad abitare nell’Isola della Giudecca in un piccolo e diroccato monastero da essi acquistato nel luogo, detto Monte dei Corni, ove dimorar solevano i Cappuccini, prima che loro fosse concesso l’altro monastero, ove al presente risiedono.

Ad essi poi Paolo IV, con lettere apostoliche segnate nel giorno 23 di luglio dell’anno 1557, concesse, che goder potessero tutti quei privilegi, che dai romani pontefici suoi precessori erano stati concessi in diversi tempi alla religiosa famiglia dei Carmelitani.

La chiesa, che da un’antica immagine di un Angelo scolpito di mezzo rilevo in marmo, ed affisso all’esteriore facciata della chiesa, si chiamava volgarmente di Sant’Angelo, essendo stata rinnovata nell’anno 1600, fu nel giorno 20 di novembre dell’anno stesso consacrata da Raffaele Inviziato vescovo del Zante ad onore e sotto il titolo di Gesù Cristo nostro Salvatore. (1)

Visita della chiesa (1733)

Ha tre altari la chiesetta. Vi sono tre tavole di Odoardo Fialetti. Nel soffitto due quadri del Petrelli, l’uno con il Paradiso, e l’altro con la Madonna che da l’abito a San Simon Stoch. (2)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ANTONIO MARIA ZANETTI. Descrizione di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia ossia Rinnovazione delle Ricche Miniere di Marco Boschini (Pietro Bassaglia al segno di Salamandra – Venezia 1733)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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