Chiesa di San Matteo Apostolo ed Evangelista vulgo San Matio de Rialto

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Campiello San Matio. Luogo dove si ergeva la Chiesa di San Matteo vulgo San Matio - San Polo

Chiesa di San Matteo Apostolo ed Evangelista vulgo San Matio de Rialto. Chiesa demolita

Storia della chiesa

Nelle mani di Enrico Dandolo patriarca di Grado offrì a Dio un suo terreno posto nei confini di Rialto Leonardo Coronario, affinché in esso ad onore dell’apostolo ed evangelista San Matteo fosse fabbricato una chiesa in perpetua soggezione al patriarcato Gradese. Fu fatta la pia donazione nel mese di febbraio dell’anno 1156, e con essa non solo il donatore del fondo, ma gli abitanti circonvicini si obbligarono all’erezione del sacro edificio, che ben tosto compiuto divenne loro parrocchiale. Ad essa poi nell’anno 1166, una buona matrona per nome Sidiana Sanudo donò un pezzo di terreno vicino ove fabbricare si potesse l’abitazione per il piovano della chiesa medesima. Fuori però dell’abitazione non avendo i piovani con che mantenersi, l’unione dei macellai gli stabilì certi determinati proventi; onde meritò di ottenerne il juspatronato che fu loro concesso da Eugenio IV, con bolla del 25 maggio 1436, con facoltà di eleggerne in avvenire i piovani.

Al merito della dotazione vi aggiunse poi l’arte suddetta quello del restauro, rinnovando in gran parte la chiesa nell’anno 1615 e riparando la debolezza della cappella maggiore, che inclinava a rovina. Maggiore però era il bisogno, e più imminente il pericolo nel progresso del secolo XVIII. Per cui Niccolò Milesi piovano di essa nell’anno 1735 raccolte elemosine dai suoi parrocchiani e da altre pie persone, a cui egli precedette con lodevole esempio, rinnovò nello spazio di pochi mesi la chiesa in vaga non men che consistente struttura, e l’abbellì, ed arricchì poi con ricche suppellettili, e leggiadri ornamenti.

Si celebrava la consacrazione della vecchia chiesa nel giorno primo di agosto, e fu solennemente consacrata la nuova dal patriarca Alvise Foscari nel giorno 24 di settembre 1743. (1)

Visita della chiesa (1733)

L’altare maggiore ha un’azione di Cristo cogli Apostoli della scuola di Santo Croce. Nella nave alla parte destra dell’altare vi sono diversi quadri concernenti la vita di Nostro Signore tutti di Alvise dal Friso. La tavola col Bambino Gesù, Sant’Antonio di Padova, e un Santo Vescovo e di mano di Gregorio Lazarini. Il gonfalone che si espone nel Campo delle Beccarie è di Pietro Negri.(3)

Eventi più recenti

Nel 1807 la chiesa venne chiusa, ed in seguito demolita, sulla sua area vennero erette civili abitazioni. Si può vedere ancora la porta principale (civico 880) e i due finestroni laterali in Campiello San Matio, ed una porta secondaria (senza numero) nel Ramo Astori. (3)

Ebbe nel 1818 demolito il campanile perché, troppo inclinato, minacciava le case vicine.

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ANTONIO MARIA ZANETTI. Descrizione di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia ossia Rinnovazione delle Ricche Miniere di Marco Boschini (Pietro Bassaglia al segno di Salamandra – Venezia 1733)

(3) CESARE ZANGIROLAMI. Storia delle chiese dei monasteri delle scuole di Venezia rapinate e distrutte da Napoleone Bonaparte (Arti Grafiche E.Vianelli – Mestre 1962)

(4) GIUSEPPE TASSINI. Edifici di Venezia. Distrutti o vòlti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati. (Reale Tipografia Giovanni Cecchini. Venezia 1885).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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