Oratorio del Volto Santo di Gesù Crocefisso dei Lucchesi

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Oratorio del Volto Santo - Cannaregio

Oratorio del Volto Santo di Gesù Crocefisso dei Lucchesi

Storia dell’oratorio

La scuola del Volto Santo di Lucca aveva sede presso il convento di Santa Maria dei Servi.

In più volte si trasferirono famiglie da Lucca in Venezia. La prima fu nel 1309 perché essendo nobili non vollero sottoporsi al governo popolare; la seconda nel 1314, scacciate dal tiranno Uguccione, e la terza nel 1317 sbandite da Castruccio Castracane, allorché dal senato di Lucca ottenne il dominio della città e dello stato, oltre alcune che giunsero dopo in Venezia per ragioni di traffico. Le cronache dicono essere in tutte state oltre a 400 famiglie tra nobili e plebee ed aver esse portate non solo molte ricchezze, ma raffinata anche l’arte del setificio in Venezia, nella sua triplice divisione di filatura, tessitura e tintoria. I mercatanti della stoffa stavano nella calle della Bissa; i tintori a San Giovanni Crisostomo, ed i tessitori in Biri.

Tali famiglie, nel 1360, ottenuto quivi il fondo, formarono la confraternita intitolata del Volto Santo di Lucca (così chiamandosi un prodigioso Crocifisso in quella città venerato) ed eressero l’oratorio che sebbene sfigurato sta tuttavia accanto alla chiesa. In seguito la compagnia dei Lucchesi (anno 1388), oltre aver un luogo più adatto alle proprie adunanze, edificò dieci case pel ricovero dei poveri della nazione; case che furono distrutte da un incendio nel 1789. Le ricchezze e la nobiltà dei Lucchesi, insieme ai vantaggi ritratti dal veneto governo nei casi urgenti, fecero loro accordare molti privilegi, tra i quali la veneta cittadinanza, i matrimoni con le nobili famiglie, e l’indipendenza della loro confraternita dai magistrati presidi alle scuole o corporazioni. (1)

Eventi più recenti

La Cappella del Volto Santo, salvata dalle demolizioni del grande complesso dei Servi, divenne inizialmente un magazzino; nel 1859 fu acquisita dall’abate Daniele Canal e da Anna Maria Marovich perché fosse la chiesetta del loro Istituto per il recupero delle donne uscite dal carcere. Negli anni ’80, a seguito della chiusura dell’Istituto Marovich, è stata qui creata la Casa Studentesca Santa Fosca, che ancora oggi gestisce la cappella. (2)

(1) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

(2) https://www.venetoinside.com

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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