Chiesa e Monastero nel Nome di Gesù

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2018
Chiesa nel Nome di Gesù - Santa Croce

Chiesa nel Nome di Gesù. Monastero di Monache Clarisse Sacramentarie. (1834)

Storia della chiesa e del monastero

Fino dal 1806, il pio sacerdote veneziano don Giuliano Catullo, la cui famiglia era dei ricchi negozianti di pelli nella calle detta dei Fuseri, ottenne in quel sito un fondo, coll’oggetto di erigervi un tempietto e un ospizio di donne. Non essendo sufficienti le proprie sostanze per mandare ad esecuzione il suo progetto, ebbe ricorso alla carità dei fedeli, che in Venezia non fu giammai scarsa, e poté intanto nel 22 marzo 1845 porre la prima pietra del sacro edilizio.

E allora, e negli anni successivi moltissime sovvenzioni ebbe, essendone fra gli altri il conte Costanzo Taverna gentiluomo milanese stato uno dei più benemeriti: e la dama Maria Gradenigo Ruzzini che in una sola volta gli diede spontanea cinquecento zecchini; e il conte Sebastiano Crotta colto patrizio che pur in una sola volta donò trecento sovrane; e così molte altre somme diedero in vari tempi e la contessa Lucrezia Mangilli Valmarana; e il signore Reali negoziante, e il conte Antonio Revedin e più altri, talché si pretende che tra l’oratorio e l’ospizio il Catullo abbia impiegati cento mila ducati di veneta moneta, coi quali a compimento l’uno e l’altro ridusse. Avrebbe potuto il Catullo servirsi per la fabbrica dei moltissimi materiali che dalle chiese, che allora si andavano sopprimendo o demolendo, si sarebbero potuti con poco dispendio comperare: ma volle egli tutto far lavorare di nuovi e scelti marmi, e tutto dai più abili artefici del paese. Infatti architetto ne fu Antonio Selva. L’altare maggiore e il tabernacolo e i due altari laterali si lavorarono sopra disegno di Antonio Diedo e di Giuseppe Borsato. Il soffitto si dipinse da quest’ultimo; e gli stucchi si formarono da Battista Lucchesi. Agli scultori Lucchesi. Agli scultori Luigi Zandomeneghi, Bartolomeo Ferrari, Antonio Bosa vennero allogate le statue. Le Tavole dei due altari laterali si dipinsero da Lattanzio Querena. Il muratore ne fu Francesco Padovan-Vettori, e lo scarpellino Giovanni Cadórin che tutto intagliò insieme con un suo figliuolo.

Di quest’Oratorio sua eminenza il cardinale patriarca Jacopo Monico fece la solenne consacrazione nel dì 12 ottobre 1834 dedicandolo al Santissimo Nome di Gesù. Si continuò ad abbellire internamente la fabbrica e specialmente ad adattarvi l’annesso ospizio, cosi che nel 18 gennaio 1846 le donne poterono chiudersi in comunità claustrale col titolo di Clarisse Sacramentarie. Questa sacra funzione fu eseguita dal sullodato cardinale patriarca, e tredici dame del paese furono madrine delle tredici donne che si chiudevano. (1)

(1) EMMANUELE CICOGNA. Delle inscrizioni veneziane Vol. VI (Tipografia Andreola Venezia 1853)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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