Le Arpie oscene, bassorilievi sul sottarco dell’ingresso della Chiesa di San Lio
Sul sottarco del portale d’ingresso della chiesa di San Leone IX vulgo San Lio sono scolpite due Arpie che a gambe aperte mostrano le loro vulve, una di loro, per effetto dello sporco depositato sul bassorilievo, sembra mostrare un insolito fallo eretto.
Presso gli Egiziani il fallo era l’emblema della fecondità, e da esso presero nome le feste falliche che quella nazione celebrava in nome di Osiride. Durante le celebrazioni di queste feste si portava in giro un fallo di legno.
Tali feste furono poi imitate dai Greci, e presso gli Ateniesi la processione del fallo faceva parte delle feste dionisie. Coloro che portavano il fallo all’estremità di una lunga pertica chiamavansi fallofori, questi apparivano per lo più tinti di mosto il viso, coperti di pelli d’agnello e con in capo una corona d’edera.
In seguito il fallo venne considerato come un segno protettore; lo si rappresentava sulle facciate delle case e lo si portava a guisa di amuleto. Queste superstizioni rimasero popolari fino al medioevo, e il fallo si trova ancora nelle sculture delle facciate delle chiese del XIII e XIV secolo. (1)
Vedi anche: La leggenda delle arpie scolpite nei capitelli delle lesene del Palazzo dei Camerlenghi
(1) Giuseppe Ronchetti. Il Dizionario Illustrato dei Simboli. Ulrico Hoepli Editore Milano 1922
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