Le iscrizioni runiche sul grande leone all’ingresso dell’Arsenale
Le iscrizioni runiche sul gran leone dinanzi l’arsenale di Venezia, le quali erano tenute da molti per greche antiche, e che nessuno nessuno aveva decifrato, furono spiegate dall’ingegnoso ed erudito Carl Christian Rafn.
Quelle iscrizioni si leggono come: “Hakon, unito a Ulf, Asmundo ed Oern, conquistò questo porto. Questi uomini e Harald il Grande, a motivo dell’insurrezione del popolo greco, imposero agli abitanti forti multe in danaro. Dalk rimase in remote regioni come prigioniero Egli si era internato con Raguar in Rumenia… ed Armenia” e “Asmundo scolpì queste rune unitamente ad Asgeir, Thorleif, Thord e Ivar, dietro richiesta di Harald il Grande, quantunque i Greci, pensandovi, lo vietassero“.
La prima di queste iscrizioni si trova a sinistra del leone, la seconda alla sua destra. Le medesime sono in parte distrutte, e ci volle il più accurato esame per indovinare la forma e la connessione delle lettere. La lingua utilizzata è, secondo l’esposizione di Rafn, la danese antica o nordica, la quale si conserva tuttora in Islanda. I nomi Hakon e dei suoi compagni appartengono alla stipite dei Veringi che s’incontrano spesso nelle spedizioni per l’Oriente.
Com’è noto, il leone si trovava all’ingresso del Pireo; lo trasportò a Venezia Francesco Morosini, nell’anno 1687. (1)
(1) Il Poligrafo. Rivista scientifica, letteraria e artistica. Anno I Volume II Palermo 1856
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