I Leoni guardiani, in Fondamenta del Tragheto a San Tomà

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Un leone in Fondamenta del Tragheto a San Tomà. Sestiere di San Polo

I Leoni guardiani, in Fondamenta del Tragheto a San Tomà

Il leone era venerato dagli antichi egizi, che lo ponevano, uguale alla sfinge, alle porte dei templi; si credeva allora che il leone avesse la proprietà di dormire con gli occhi aperti, sempre vigile, come anticamente tra i Greci veniva considerato Argo dai cento occhi.

Si deve soprattutto a questa credenza popolare l’usanza di mettere leoni dove si sentiva il bisogno di una guardia vigile, dai primi Egizi fino al Medioevo. Gli ebrei mettevano teste di leone agli angoli degli altari; vi erano leoni ai piedi del tempio di Salomone e vi era il suo trono ornato. I Greci collocarono i leoni alle porte di Micene, dove rimangono ancora alle porte dei templi e sulle tombe. I romani usava raramente questo ornamento e, parimenti, non se ne trova traccia.

Sotto l’influenza degli egiziani si aggiunse più tardi quella degli arabi, i quali, nonostante la proibizione del Corano, che vietava qualsiasi rappresentazione di esseri animati, impiegavano talvolta sculture di questo genere, come in particolare nel cortile dei Leoni dell’Alhambra di Granada. Le incursioni degli arabi in Sicilia li introdussero poi in quest’isola,  dove vediamo i leoni sulla porta del duomo di Catania (1094). Artisti arabi che lavorarono al Duomo di Pisa (XII secolo) collocarono infine, oltre ai leoni della porta, un grifone in bronzo, i cui personaggi Cufici, incisi sul retro, ne attestano la provenienza.

È lecito supporre che gli artisti italiani abbiano preso in prestito  direttamente dai monumenti orientali l’uso di questi leoni, e da qui il loro uso simbolico, cioè di vigilanza. Nel Medioevo normalmente i leoni sostenevanano le colonne dei portici delle chiese, ed erano soprattutto sculture ornamentali. (1)

Questo schema dei leoni guardiani si trova riprodotto anche a Venezia, sulle rive del Canal Grande, in Fondamenta del Tragheto a San Tomà, qui due leoni in pietra d’Istria fanno la guardia alla porta del palazzo Dandolo Paolucci.

Altri leoni guardiani si possono vedere in Corte Pisani ai Bari, nel sestiere di Santa Croce. All’inizio della calle, ai lati dell’ingresso su un portale medievale, due modiglioni o capitelli in marmo bianco presentano due leoni passanti di profilo. Nella Corte del Papa, a San Giovanni in Bragora, si conservano alcuni rilievi angolari ornati da due leoni che passano verso l’apertura che conduce alla riva dell’acqua sul rio, e i più famosi  leoni sopra la porta del Campanile della Chiesa di San Polo. (2)

Vedi anche: I leoni guardiani del campanile di San Polo, e la leggenda del Carmagnola

(1) Giovanni Saccardo in La Basilica di San Marco in Venezia. Ilustrata nella storia e nell’arte da scrittori veneziani sotto la direzione di Camillo Boito. Volume 6. Ferdinando Ongania Editore. Venezia 1888

(2) ConoscereVenezia

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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